08 marzo 2018

Qualcuno abbatta quella statua

 
A San Francisco, si rimuove un monumento lesivo della dignità dei nativi americani

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Un nativo americano a torso nudo e con lunghe trecce, seduto a terra, osserva un padre missionario che lo sovrasta con gesti ampi e magniloquenti. Di fianco, un cowboy scruta l’orizzonte con sguardo fiero. Sei proprio tu John Wayne? Non proprio, perché non si tratta di una iconica pellicola di Hollywood ma di un importante monumento di San Francisco che, a breve, verrà rimosso dalla sua sede pubblica. Il gruppo scultoreo Early Days fa parte del Pioneer Monument, realizzato nel 1894 da Frank H. Happersberger – scultore famoso per le sue opere pubbliche – per commemorare la storia della California e finanziato dagli eredi del ricchissimo imprenditore James Lick. Oltre alla conquista del west, ci sono anche altri gruppi, tra i quali spiccano le allegorie di Commercio e Abbondanza e la Corsa all’oro. Ad attirare le attenzioni, però, è stato soprattutto Early Days che, nel corso tempo, è stato più volte oggetto di proteste, per il contenuto particolarmente violento, facilmente razzista e irrispettoso. Anni fa, si decise di apporre una targa, per spiegare il contesto storico ma questo provvedimento non è bastato alla comunità locale dei nativi americani: «La statua promuove un’ideologia di supremazia bianca legata al genocidio di massa degli indigeni». E adesso la Commissione per le Arti ha finalmente preso una decisione: «Nelle prossime settimane, la Commissione delle Arti prenderà provvedimenti per rimuovere la scultura e riporla nei magazzini. Al suo posto, un pannello che spiegherà i motivi della rimozione». «Per noi è importante rispettare e onorare gli abitanti di questa terra e ricordare che oggi fanno parte della nostra comunità e che le loro voci meritano di essere ascoltate», ha detto Tom DeCaigny il Direttore degli Affari Culturali della città di San Francisco. A distanza di alcuni mesi dai fatti di Charlottesville, non accenna a placarsi il dibattito pubblico statunitense sulle questioni di autorappresentazione e possiamo facilmente immaginare che saranno molte le statue da abbattere. 

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