28 marzo 2018

Monna Lisa non lascia il Louvre

 

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Nessuna speranza per i non parigini di tutto il mondo: la Gioconda resta al Louvre, che non manderà in tour il suo dipinto più famoso. 
Il direttore del museo ha gentilmente declinato la proposta del ministro della cultura francese Françoise Nyssen di includere il dipinto in una mostra itinerante dei capolavori della Francia. Nyssen ha lanciato l’idea a gennaio e in seguito ha detto a un programma radiofonico francese a marzo che stava “considerando seriamente” di mostrare la Monna Lisa fuori da Parigi nel tentativo di “lavorare contro la segregazione culturale”. 
Jean-Luc Martinez, direttore del museo, ha informato il ministro – in un incontro avvenuto questo mese – che lo spostamento di opere d’arte molto fragili “potrebbe causare danni irreversibili”.
E la Gioconda è così fragile che non può spostarsi nemmeno su un altro piano del Louvre. 
Il dipinto sarà incluso nella grande mostra di Leonardo il prossimo anno (anche se lo spettacolo sarà tutto concentrato sul Salvator Mundi da 450 milioni di dollari), ma ricordiamo che dal 2005 la Gioconda è stata tenuta in un ambiente strettamente controllato: appesa a un muro di cemento all’interno di una teca a temperatura controllata e dietro un vetro antiproiettile. Replicare questa “condizione climatica” su qualche container in strada sarebbe quasi impossibile, e gli errori sarebbero imperdonabili. 
I cambiamenti di temperatura durante il viaggio potrebbero degradare ulteriormente la superficie, portando alla perdita di vernice sul viso di Mona Lisa. Da undici anni il dipinto premio viene rimosso dalla sua “scatola” e il direttore del Louvre, i conservatori e alcuni studiosi selezionati si riuniscono per esaminarlo da vicino. 
“Ogni anno, notiamo che il crack si allarga un po’, prima di tornare alla normalità quando il pannello viene rimesso nella sua scatola”, ha detto l’ex capo del dipartimento di pittura del Louvre, Vincent Pomarède.
Viaggiare, insomma, è fuori questione.  L’ultima volta che Monna Lisa uscì da Parigi correva l’anno 1974, quando andò in scena a Tokyo e Mosca. In precedenza, il capolavoro di Leonardo era stato a Washington e New York, ed era il 1963. Ma anche quel viaggio ebbe i suoi problemi. Una sera, il sistema di irrigazione al Metropolitan Museum of Art funzionò male, spruzzando acqua sulla superficie del dipinto per ore. La tela era protetta da vetri spessi e, miracolosamente, riuscì a sopravvivere incolume. Nel suo libro di memorie, l’ex direttore del Met Thomas Hoving ha scritto: “Il temporale non fu mai menzionato nel mondo esterno”. 
Fonte: artnet

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