04 aprile 2018

Dieci artisti, un materiale. A Palazzo Reale di Milano, si viaggia nel tempo con Alcantara

 

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Dieci artisti in un edificio storico, accomunati da un unico medium, per una successione di scenari fantastici tra architetture effimere e sofisticati dispositivi sonori interattivi. Alcantara, l’azienda italiana leader nella produzione e commercializzazione dell’omonimo tessuto di rivestimento, prosegue nel suo dialogo con l’arte contemporanea e presenta “Nove viaggi nel tempo. Alcantara e l’arte nell’Appartamento del Principe”, la terza mostra al Palazzo Reale di Milano, visitabile da giovedì, 5 aprile, a domenica, 13 maggio, nell’ambito del progetto espositivo avviato già dal 2016 e curato da Davide Quadrio e Massimo Torrigiani. Una collettiva site specific che riunisce espressioni provenienti da ambiti diversi, dalla pittura alla moda, dal digital design alla musica, nel segno della versatilità, non solo del materiale, le cui elevate proprietà funzionali lo rendono adattabile praticamente a ogni applicazione, ma anche della creatività, in grado di esprimere opere di ingegno riferibili a un’estetica complessa, partendo dall’identica base. Aaajiao, Andrea Anastasio, Caterina Barbieri, Krijn De Koning, Li Shurui, Chiharu Shiota, Esther Stocker e Iris Van Herpen, Zeitguised e Zimoun, sono gli artisti chiamati a rispondere a questa sfida che, come ci ha detto Andrea Boragno, presidente della società dal 2006 e vicepresidente della Fondazione Italia Giappone, «può essere vista come una opportunità». 
Da quali presupposti è nato e come si è sviluppato il rapporto tra il brand Alcantara® e l’arte contemporanea? 
«La particolare natura del brand Alcantara consiste in una costante propensione alla sperimentazione. Siamo quotidianamente alla ricerca di nuove modalità espressive, di creatività innovativa. Lavoriamo da tempo con designers, collaboriamo con brand internazionali nei campi della moda e del design. L’alchimia fantastica creatasi tra le possibilità offerte dai nostri avanguardistici strumenti tecnologici e le capacità espressive dei creativi ci ha mosso nella volontà di aprire un dialogo anche con il mondo dell’arte contemporanea. Il rapporto con istituzioni culturali come Palazzo Reale di Milano e il Maxxi di Roma ci ha permesso di dare vita a grandi mostre, instaurare collaborazioni produttive con artisti internazionali, provenienti da diversi ambiti creativi. Sono fermamente convinto che il segreto stia nella contaminazione, nell’apertura a 360° verso i molteplici linguaggi espressivi che la cultura ci mette a disposizione, per questo ci piace pensare a percorsi espositivi in cui intervengono energie differenti, dando forma a esperienze meravigliose. Gli artisti ci hanno mostrato nuove visioni dell’Alcantara® e siamo felici di poter mettere a disposizione i nostri laboratori per dare luce a scenari sempre differenti». 
La creatività fa respirare aria nuova all’economia, oppure l’impresa è necessaria per l’arte? 
«Per comunicare i nostri valori ci piace immaginare nuove vie e il sostegno alla produzione di mostre che prevedono la sfida di sperimentare Alcantara®, collaborare con artisti emergenti o commissionare la realizzazione di opere ci consente di supportare la creatività ma anche di interagire in maniera inedita con il pubblico». 
La bellezza può essere una sensazione quotidiana? 
«Siamo circondati dalla bellezza, dobbiamo solo avere il coraggio di riconoscerla ogni giorno. Con “Nove viaggi nel tempo. Alcantara e l’arte nell’Appartamento”, a cura di Davide Quadrio e Massimo Torrigiani, vorremmo offrire al pubblico che sino al 13 maggio si trova a Milano un itinerario di 10 stanze meravigliose, nella cornice eccezionale di un luogo intriso di storia, come l’Appartamento del Principe di Palazzo Reale». Questo dialogo tra Alcantara e l’arte contemporanea è arrivato al terzo atto. 
Anche questa volta il titolo – Nove viaggi nel tempo – lascia presagire un percorso di forte suggestione. Cosa vedremo? 
«Vedremo le personalissime interpretazioni del materiale Alcantara® da parte di 10 grandi artisti internazionali, prendere forma in straordinarie installazioni site-specific che compongono il percorso espositivo immaginato con Davide Quadrio e Massimo Torrigiani. Per il terzo anno consecutivo l’Appartamento del Principe diventa la soglia di un mondo inatteso: dalle forme primordiali del nostro materiale, messo in scena da Aaajiao, al muro di micro-variazioni percussive di Zimoun, le geometrie zoomorfe di Esther Stocker e Iris van Herpen, la misteriora chimera di Andrea Anastasio e le fitte ragnatele di Chiharu Shiota. Poi ancora l’anamorfosi digitale di Zeitguised, l’universo elettronico di Caterina Barbieri e del suo sintetizzatore interattivo e poi le stazioni di contatto con altri abitanti dell’universo, evocate da Li Shurui e sul finire, nella stanza di Krijn de Koning, l’architettura che ci avvolge svanisce». 
Tante declinazioni diverse, per un unico materiale. Come hanno reagito gli artisti alla “regola” di lasciarsi ispirare da un unico medium? 
«Più che una “regola”, la vedrei come un’opportunità. Come sempre, gli artisti invitati a partecipare alla realizzazione di Nove viaggi nel tempo hanno visitato il nostro stabilimento, gli spazi dell’Appartamento del Principe e riflettuto su un tema. Per questa terza edizione i curatori hanno proposto come fil rouge del percorso espositivo il concetto di “Tempo”, in diagolo con la specificità del luogo e le potenzialità offerte dal materiale».

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