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Sarà Cathy Wilkes a rappresentare la Gran Bretagna al Padiglione nazionale della 58ma Biennale di Venezia, che aprirà le sue porte l’11 maggio 2019. L’annuncio è stato appena dato dal British Council, l’ente che si occupa di diffondere la cultura e la lingua britanniche negli altri Paesi e che dal 1937 si occupa della gestione del Padiglione. Wilkes, che lavora a Glasgow e che ha recentemente esposto per una personale al MoMa PS1 di New York, è stata scelta da una giuria composta da nove curatori, ciascuno dei quali aveva presentato una shortlist di sei artisti. Per la terza volta, una donna si occuperà del Padiglione, continuando lungo una strada iniziata nel 2015, con Sarah Lucas, e proseguita nel 2017, con Phyllida Barlow.
«Le opere di Wilkes non gridano, non sono roboanti, non ne hanno bisogno. Nel trambusto di Venezia, sarà un momento di silenzio e di meraviglia», ha detto Fiona Bradley, membro della giuria e direttrice della Fruitmarket Gallery di Edimburgo. Wilkes, nota per le sue opere conturbanti e di grandi dimensioni, è stata nominata per il premio Turner nel 2008, per una installazione ambientale composta da due casse da supermercato, con tanto di ciotole di vetro, vasetti di marmellata, legno bruciato, capelli e cibo avanzato. Vi comparivano anche due manichini femminili, che sono la firma dell’artista nata a Belfast nel 1966, uno con ferri di cavallo intorno al collo e seduto su un wc, l’altro con una gabbia per uccelli sopra la testa. «In questi tempi in cui cerchiamo ossessivamente il significato preciso delle cose, Cathy si trova a suo agio con l’ambiguità e sono proprio queste domande aperte, che ti rimangono dentro», ha detto Zoe Withley, che curerà il Padiglione e attualmente è curatrice alla Tate Modern.
Cosa possiamo aspettarci? Per adesso, non ci sono indiscrezioni ma possiamo immaginare che le installazioni di Wilkes, così vicine alla decostruzione di certe ritualità quotidiane, riusciranno a comunicare bene con l’atmosfera domestica data dalla peculiare struttura del Padiglione britannico, come ha lasciato intendere Emma Dexter, direttrice della sezione arti visive del British Council e presidente della giuria.