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Trasformare un problema in una opportunità. Lo sanno fare bene alla PAFA-Pennsylvania Academy of Fine Arts, che ha appena chiuso la mostra di Chuck Close con un seminario incentrato sull’arte della protesta. L’istituzione subì alcune critiche quando decise di non cancellare l’esposizione, in seguito allo scandalo che pochi mesi fa ha travolto l’artista americano. Close è stato accusato di molestie sessuali da alcune donne, che hanno dato testimonianza di comportamenti ben poco leciti sulle pagine dell’Huffington Post. Alcuni musei, come la National Gallery of Art di Washington, hanno deciso di sospendere tutti i loro rapporti con il maestro dell’iperrealismo, annullando anche le mostre già in calendario. Close ha ammesso le sue colpe e si è scusato pubblicamente. E la PAFA non ha mai fatto passi indietro, anzi, ha immediatamente cercato il confronto con il pubblico e con il mondo dell’arte. In contemporanea con la personale, infatti, è stata organizzata “The Art World We Want“, una collettiva con artiste come Barbara Kruger e Kara Walker. E il giorno della chiusura, è stato proposto un workshop durante il quale gli studenti del corso di grafica hanno allestito una sorta di laboratorio per i visitatori, aiutandoli a creare i propri manifesti e striscioni di protesta, che sono stati affissi alle pareti dell’Accademia.
Fonte: whyy.org