18 aprile 2018

Arriva il provvedimento lampo: Anna Coliva sospesa dalla direzione di Galleria Borghese

 

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L’indiscrezione è stata riportata da La Repubblica e fa tremare Galleria Borghese, ben più dei problemi di climatizzazione. Anna Coliva, direttrice del museo dal 2006, è stata sospesa per 60 giorni senza stipendio, in attesa del giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato, per essersi allontanata dal servizio senza timbrare il cartellino, per un totale contestato di 40 ore e 59 minuti. La raccomandata con la sospensione è stata firmata da Carla Di Francesco, dal 2017 segretario generale del Mibact. 
Unica direttrice a essere riconfermata nel suo incarico anche in seguito alla Riforma di Dario Franceschini del 2015, durante il suo mandato decennale ha avviato importanti progetti, da Depositi Aperti, allestendo e rendendo visitabili i depositi della Galleria, con il recupero dell’ultimo piano dell’edificio, alla piattaforma internazionale di ricerca su Caravaggio, in collaborazione con Fendi. 
I fatti al vaglio degli inquirenti risalgono ai giorni tra il 19 e il 23 maggio 2014, quando Coliva avrebbe timbrato il badge della presenza, lasciando il suo ufficio dopo poco per andare in palestra. Si parla di poche ore ma, secondo il giudice per le indagini preliminari, tanto basta per prefigurare l’ipotesi di un raggiro nei confronti della pubblica amministrazione. La prima udienza si è tenuta a fine febbraio e il Mibact non ha perso tempo, considerando la rapidità con la quale è stato avviato il procedimento di sospensione, il cui decorso avrebbe effetto immediato, ancora prima della pronuncia della sentenza di primo grado. Bisogna specificare però che il provvedimento di sospensione è un atto dovuto, i suoi tempi sono regolamentati ed è solo la consuetudine a volere che, in attesa della sentenza, sia congelato. E non è nemmeno la prima volta che la sospensione viene applicata immediatamente. Già era successo un episodio simile nel 2017, quando all’allora direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Adele Campanelli, non fu concesso il congelamento del provvedimento, anche se in quel caso la dirigente si trovava agli arresti domiciliari, per turbativa d’asta. 
Coliva, difesa dall’avvocato Alessandro Diddi, ha ribadito con fermezza e tranquillità la propria innocenza, precisando che le ore in questione sono da considerarsi di ferie oppure, in un caso, per motivi di servizio, dovendo partecipare a un convegno su Bernini. 
A prescindere dagli esiti della sentenza, adesso la Galleria ha un bilancio da approvare e una mostra su Picasso, in apertura a ottobre, da organizzare.

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