21 aprile 2018

La nuova Petra vale venti miliardi

 

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La Francia pare abbia firmato un contratto con l’Arabia Saudita per trasformare Mada’in Saleh e la regione di Al-Ula in una destinazione turistica culturale, in un accordo di cooperazione di dieci anni tra i Paesi.
La località storicamente ricca comprende il sito archeologico Mada’in Saleh e le sue monumentali tombe nabatee, le prime in Arabia Saudita ad essere designate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e in base al contratto, la Francia contribuirà a creare un progetto per musei, scavi archeologici e conservazione, nonché a sviluppare trasporti, alberghi, artigianato, istruzione e formazione, pianificazione urbana e altre infrastrutture. Il piano turistico è descritto come “il più importante mai visto nel mondo arabo”. Il costo non è ancora stato determinato, ma una fonte vicina al progetto afferma che l’intero budget potrebbe ammontare a più di 20 miliardi di dollari. L’Arabia Saudita si è impegnata a finanziare tutto, secondo una fonte diplomatica.
Questa vasta impresa includerà un “museo mondiale” sulla civiltà e cultura araba dall’antichità all’arte contemporanea, combinato con un centro di ricerca e un’università, che secondo The Art Newspaper potrebbe diventare “due o tre volte più grande del Louvre Abu Dhabi”. Ed è proprio il successo dell’istituzione da poco aperta nel Golfo che ha suscitato l’interesse del principe Mohammad cha proposto l’ambizioso progetto al presidente francese Emmanuel Macron durante un breve soggiorno a Riyadh, il giorno dopo l’inaugurazione del Louvre di Abu Dhabi a novembre. Macron ha poi nominato Gérard Mestrallet, l’amministratore delegato del gruppo energetico Suez, come suo rappresentante nelle discussioni che sono seguite. Secondo altre informazioni, Mestrallet guiderà l’agenzia francese responsabile del progetto e la Francia dovrebbe anche aiutare a costruire un museo archeologico sui Nabatei e altre culture pre-islamiche che occuparono l’area geografica nel corso di un intero millennio.
L’accordo di cooperazione sottolinea la necessità di rispettare l’ambiente, i monumenti antichi e la popolazione locale, nonché criteri come l’uguaglianza di genere e la libertà di parola nella ricerca scientifica, secondo una fonte diplomatica. La Francia, sostiene una fonte diplomatica, intende “Fare tutto per offrire la sua esperienza nel sostenere il principe Mohammad nei suoi sforzi per aprire il suo Paese”. 

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