03 maggio 2018

Lanciata la petizione a favore di Anna Coliva, direttore sospeso di Galleria Borghese

 

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Prima degli italiani, ci ha pensato un inglese. David Jaffe, senior curator della National Gallery di Londra e tra i maggiori esperti mondiali di arte del XVI e XVII Secolo e, in particolare di Rubens, ha lanciato una petizione su Change.org, diretta al Ministero della Cultura italiano, per riabilitare Anna Coliva alla sua posizione di direttore della Galleria Borghese. Un incarico che Coliva detiene dal 2006, più di dieci anni durante i quali sono stati avviati importantissimi progetti, da Depositi Aperti, allestendo e rendendo visitabili i depositi della Galleria all’ultimo piano dell’edificio, alla piattaforma internazionale di ricerca su Caravaggio, in collaborazione con Fendi, fino alla mostra su Bernini, recentemente chiusa, che ha portato più di due milioni e mezzo di euro di incasso. L’accusa, della quale abbiamo già estesamente scritto, è di truffa aggravata ai danni dello Stato, per essersi allontanata dal servizio senza timbrare il cartellino, per un totale contestato di 40 ore e 59 minuti. A marzo il rinvio a giudizio e a metà aprile la sospensione dall’incarico, firmata dal segretario generale del Mibact, Carla Di Francesco, un provvedimento che, considerando le tempistiche così insolitamente rapide, non ha mancato di sollevare qualche dubbio
«Chiediamo al Ministro della Cultura e al Dipartimento italiano di riconsiderare queste accuse e di attendere l’esito del processo penale, istigato in modo anonimo, contro il Direttore che negli ultimi 12 anni ha raccolto fondi per oltre 12 milioni di euro», scrive Jaffe nella petizione, facendo riferimento anche alle modalità poco chiare che hanno fatto partire il procedimento, una lettera anonima. Lanciata tre giorni fa, ha raccolto ormai già quasi raccolto le 1000 firme. «Chiediamo l’immediata revoca della suddetta sospensione in attesa della sentenza del tribunale penale per salvaguardare la Galleria Borghese, convinti che il ritorno di Anna Coliva sia la migliore garanzia per preservare le attività e la reputazione di uno dei più importanti musei di Italia».

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