05 maggio 2018

Roberto Sebastian Matta e il sogno

 

di

Architetto, pittore, disegnatore e scultore di forme fantastiche, alchemiche e idilliache.  L’artista cileno Roberto Sebastian Matta, torna a dispiegare il suo immaginario in una nuova esposizione pronta a travolgere l’inconscio del visitatore, a partire da oggi, nella sede bolognese della Galleria d’Arte Maggiore, dal titolo: Le Forme del Sogno. 
Dopo il grande evento in occasione della 56° Biennale di Venezia (2015) Franco e Roberta Calarota, tornano, attraverso i dipinti, le tecniche miste e le sculture, a raccontare un artista che ha profondamente rivoluzionato la scena artistica internazionale, riunendo in sé le diverse culture che ha incontrato nel suo cammino. In primis è la libertà sconfinata dell’inconscio, conquistata a Parigi negli anni ’30, attraverso il Surrealismo di André Breton. Le sue figure a differenza dei francesi che lavoravano sul sogno, scaturiscono da episodi reali tratti da temi politici e storici, tentando così di disvelare più che un’interiorità individuale, un inconscio collettivo. Negli anni ’40 si sposterà negli Stati Uniti e nella vastità meccanica dei paesaggi americani, la sua pittura evapora presto il corpo delle sue forme che scioglieranno, fondendosi con i fondi, in un turpiloquio di colori che calamiterà l’attenzione della Scuola di New York, in particolare gli amici Gorky e Motherwell. Nei suoi “mondi”, gli organismi si radunano spesso intorno a piani rettangolari trasparenti come se fossero impegnati in giochi futuribili o a dirigere i pannelli di controllo di macchine arcane. Verso la fine della guerra elabora immagini sempre più mostruose, nelle quali la presenza di forme meccaniche e di effetti cinematografici rivela l’influenza di Duchamp, incontrato nel 1944. Nella mostra infatti è esposta una serie di tecniche miste su carta in cui inizia a comparire il tema dell’automobile, usato spesso come provocazione contro il consumismo. Consacratori, invece sono gli anni ’50, quando le opere dell’artista iniziano a entrare nelle grandi istituzioni museali americane. Di questo periodo in mostra il grande olio La lumiere de l’edore. Nella ricostruzione dell’immaginario di Matta, la mostra Le Forme del Sogno, ospiterà una sezione dedicata alle sculture. Quest’opere, sembrano i prolegomeni del primo uomo, il cui bronzo richiama echi preistorici di epoche arcaiche e primitive, fondendo in un unico immaginario che corre dagli Aymara, agli Araucani, agli Incas fino al mediterraneo etrusco e greco-romano, reinventando un bestiario potentemente radicato tra tradizione e futurologia. Una mostra che inscena tutta la produzione dell’artista, che racconta della sua premura di mantenere in guardia la Società dai suoi stessi demoni secondo un’intenzionalità apotropaica. Il lavoro di una vita che è frutto di una lunga e radicata conoscenza tra Matta e i coniugi Calarota , fatta di frequentazione e confronti alla “bandita”, un ex convento alle porte di Tarquinia che l’artista aveva trasformato nell’ultima casa-atelier.  (Marcello Francolini)
In alto: Roberto Sebastian Matta, Vie de charbon, 1972, olio su tela, cm. 100 x 90 – courtesy Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., Bologna/Milano (dettaglio)
In homepage: Roberto Sebastian Matta, La lumière de l’edore, 1958, olio su tela, cm. 115 x 150 – courtesy Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., Bologna/Milano
Dal 5 maggio al 31 luglio 2018
Roberto Sebastian Matta. Le Forme del Sogno
Galleria d’Arte Maggiore
Bologna, Via D’Azeglio 15 (40123)
+39 051235843, +39 051222716 (fax)
info@maggioregam.com
www.maggioregam.com

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