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Qual è il limite che separa la pittura astratta e quella figurativa? Da questa domanda si dipana il racconto visivo di Luigi Carboni, in esposizione da Zuecca Project Space fino al 13 maggio. In “Non è luce in piena luce”, grandi tele a olio e acrilico si affiancano a dipinti di piccolo formato e, su queste superfici pittoriche, si animano geometrie concentriche, vibrazioni optical, stratificazioni di paesaggi, luoghi, figure e fantasmi, in bilico tra espressività vigorosa e allucinato fotorealismo. «L’arte di Luigi Carboni possiede questa capacità, vive in una dimensione sospesa ma presente, reale ed onirica, antica e contemporanea. Un’ambiguità dolce ma penetrante, che ci accompagna in un’esplorazione all’interno dell’opera, scrigno segreto che custodisce l’essenza dell’immagine, la sua struttura fondante e spesso misteriosa. Ed è su questo punto che la ricerca recente dell’artista si è concentrata, determinando un nuovo slancio rispetto ad un percorso caratterizzato da una coerenza puntuale e rigorosa», scrive Ludovico Pratesi, autore dei testi in catalogo. In mostra anche alcune sculture, tra ready made e design, oggetti nudi che si offrono come diretta emanazione del processo pittorico. «Perseguo, anche in questa mostra, una narrazione d’insieme, una dialettica fra tela e oggetto, inseguendo il paradosso di una contaminazione linguistica dove la barocca opulenza del dipinto e l’inane freddezza della scultura generino all’interno dello stesso ambiente un ulteriore fattore di seduzione», spiega l’artista
In home: Installazione, 2018, acrilico e olio su tela, smalto su legno
In alto: Nero Ombrato, 2015-2016, olio e inchiostro su ardesia