17 maggio 2018

Archivio Pensiero + Azione Libero Grassi

 
Continua la rubrica dedicata al progetto “Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l'Anima” di Eva Frapiccini, che inaugura il 15 giugno 2018 presso l’Archivio Storico Comunale di Palermo e che raccoglie i lavori frutto di laboratori con gli studenti dei Licei Artistici Catalano e Ragusa-Kiyohara di Palermo, sulla narrazione dei protagonisti della lotta alla Mafia e di mappatura fotografica dei luoghi degli attentanti e delle stragi di stampo mafioso

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Imprenditore tessile, negli anni ’90 Grassi si oppone al pizzo e a Cosa Nostra, rivendicando la sua dignità di cittadino onesto con una lettera rivolta al “caro estortore”, pubblicata il 10 gennaio 1991 sul Giornale di Sicilia: «Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere …». 
La mattina del 29 agosto 1991, mentre si reca al lavoro, viene ucciso in via Alfieri, a Palermo. Dal suo impegno civile e dalla sua lotta – portato avanti dai figli e della moglie Pina Maisano, oltre che da tanti cittadini onesti – nasce “Addio Pizzo”, e viene finalmente riconosciuto il pizzo come reato.
In alto e in homepage: Articolo di Repubblica con appunti, dal fondo Libero Grassi del Centro Studi Siciliano Peppino Impastato. 
Dettaglio dal progetto “Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima” di Eva Frapiccini, 2018. Courtesy dell’artista.
La mostra resterà aperta al pubblico dal 15 giugno al 30 agosto 2018.

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