22 maggio 2018

Venezia/1. Le architetture della natura di Nancy Genn a Palazzo Ferro Fini

 

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Non solo architettura in questi giorni veneziani, anzi. Come sempre, l’offerta dedicata alle arti visive, da una parte all’altra della città, è densa anche nei giorni dell’altra biennale. Oggi, per esempio, oltre alla mostra di Armin Linke nella sede dell’ISMAR alla Palazzina Canonica, Riva dei Sette Mari, intitolata “Prospecting Ocean”, si apre a Palazzo Ferro Fini, sede della Giunta Regionale del Veneto, la prima retrospettiva europea dell’artista californiana Nancy Genn
Attiva fin dagli anni ’50, Genn ha esposto ed è presente nelle collezioni delle più importanti istituzioni statunitensi, ma è solo ora – sotto la curatela di Francesca Valente – che il suo percorso di “pittura-natura”, dal timbro prettamente astratto, trova un completamento anche grazie al catalogo Skira bilingue che le è dedicato. Appartenente alla scuola di San Francisco, “sospesa tra Occidente e Oriente”, Genn fu influenzata anche dall’arte giapponese, nel periodo in cui risiedette nel Paese del Sol Levante, alla fine degli anni ’70. La carta è il suo principale supporto, creando con linee e colori una serie di “remake” dei toni della natura, guardando a cascate, deserti, paesaggi dell’America Latina e del Sud degli Stati Uniti, rivolgendo il suo sguardo alle pratiche di preparazione di questo materiale – per alcune popolazioni sacro – cercando di esaltarne la bellezza, l’armonia e la ritualità. 
«Sono felicissima di essere qui, anche perché molto spesso i colori della baia di San Francisco si assomigliano con quelli della laguna veneziana. Questo è il posto più bello dove potessi desiderare di esporre le mie opere», ha dichiarato l’artista, introdotta dalla curatrice che ha anche ricordato come la scena di San Francisco, a torto, fu considerata un poco epigona delle avanguardie della East Coast. «Non vanno tralasciati, quando si parla della cultura della San Francisco Bay dagli anni ’40 alla metà degli anni ’60, l’influsso della cultura Beat, il caratteristico orientamento verso l’Asia e un rapporto più intimo con il paesaggio». Allieva di Sam Francis, influenzata da Pollock e Rothko, a Palazzo Ferro Fini potrete scoprire una quarantina di carte e tele e un gruppo di sculture, e scorgervi, tra segni e colore, acqua, riflessi, nebbie, riverberi di mare per una architettura interiore, “architecture from within”, che è poi anche il titolo della mostra, per allentare, non in ultimo, un divario tra le discipline che ancora a volte si rimarca come una presa di posizione.

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