26 maggio 2018

Venezia/8. La Svizzera si aggiudica il Leone d’Oro. Premiato anche Eduardo Souto de Moura

 

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‹‹Una installazione architettonica piacevole e coinvolgente ma che nel contempo affronta le questioni chiave della scala costruttiva nello spazio domestico››, si legge nelle motivazioni della Giuria che, presieduta da Sofia von Ellrichshausen, ha assegnato al Padiglione Svizzero il Leone d’oro per la miglior partecipazione nazionale alla 16ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Svizzera 240 House Tour è il progetto presentato da un team di giovani architetti del Politecnico federale di Zurigo, formato da Alessandro Bosshard, Li Tavor, Matthew van der Ploeg e Ani Vihervaara. Il progetto era stato selezionato per la partecipazione alla Biennale in seguito a un concorso bandito dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia ed era stato presentato, a marzo, anche all’Accademia di Architettura di Mendrisio, dove Yvonne Farrell e Shelley McNamara, dello studio Grafton Architects e curatrici di questa edizione della Biennale, sono titolari di una cattedra. «È quello che facciamo ed è quello che fanno sempre gli architetti svizzeri, e dappertutto. Disegnano alloggi», così iniziava la descrizione del progetto e la giuria di Venezia è stata convinta da questo particolare approccio al Wohnungsbau, all’edilizia abitativa. Una visione precisa, forte e giocata con una certa dose di ironia, con la serrata successione di spazi in misure altamente variabili. Menzione speciale anche per il Padiglione Island della Gran Bretagna che, interpretando il tema della Biennale, Freespace, come critica alla Brexit, ha svuotato i suoi spazi. 
Nei premi individuali, Eduardo Souto de Moura, già Medaglia d’Oro Heinrich Tessenow nel 2001, Piranesi Prix de Rome nel 2017 e Pritzker Prize nel 2011, si aggiudica il Leone d’oro con l’installazione alle Corderie dell’Arsenale, per aver rivelato la ‹‹Relazione essenziale che sussiste tra architettura, tempo e spazio››. L’architetto, allievo di Alvaro Siza, attualmente insegna al Politecnico di Milano, nel 2005 ha partecipato alla realizzazione del padiglione di Hyde Park della Serpentine Gallery, in Portogallo ha firmato opere come il nuovo Stadio di Braga e il Centro d’Arte Contemporanea di Bragança e in Italia ha progettato una delle dieci cappelle che costituiscono il Padiglione Vaticano sull’Isola di San Giorgio alla Fondazione Cini. Leone d’Argento come miglior progettista emergente va al trio belga composto da Jan de Vylder, Inge Vinck e Jo Taillieu, ‹‹Per un progetto sicuro di sé, in cui la lentezza e l’attesa permettono all’architettura di essere aperta all’attivazione futura››. Menzioni Speciali all’architetto indonesiano Andra Matin, ‹‹per un’installazione sensibile che offre un contesto per riflettere sui materiali e la forma delle strutture vernacolari tradizionali››, e a Rahul Mehrotra, fondatore di RMA Architects e noto, tra le altre cose, per i suoi lavori di urbanistica a Mumbai, ‹‹Per tre progetti capaci di rappresentare i temi dell’intimità e dell’empatia››.

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