Nella storica cornice di Palazzo Camozzini, a Verona, pittura e scultura in dialogo, venerdì 8 e sabato 9 giugno, con Wormhole Vesseldata, opera site specific di Federico Ferrarini che, dopo diverse esperienze all’estero, sceglie la sua città natale per presentare la prima tappa di un nuovo progetto. Punto di partenza e di arrivo coincidono anche nella scelta della forma da rappresentare, il Sole, un elemento del quale, negli anni, Ferrarini ha analizzato tutte le sfumature, da figura archetipica a simbolo della teoria della relatività di Albert Einstein.
«Nella mia idea, Wormhole Vesseldata vuole rappresentare proprio questo: un punto di collegamento con altre dimensioni, un passaggio spazio-temporale attraverso cui differenti elementi possono incontrarsi e come un’energia unica spostarsi in altre dimensioni creando qualcosa che prima non esisteva, pur rimanendo se stesse», ha spiegato Ferrarini. L’intento è mettere in evidenza il nesso di continuità tra le materie e le forme, tra il Sole pittorico e quello scultoreo, tra l’ambiente e gli individui che lo attraversano. «Nel Salone degli Dei di Palazzo Camozzini, attraverso la scultura, la pittura e il loro dialogo, questo concetto si realizza e permette allo spettatore di calarsi in una dimensione dove è possibile sondare dall’interno la filosofia artistica di un protagonista del contemporaneo colto e intelligente come Ferrarini per il quale la stessa location, assolutamente non casuale, ha valore nella genesi dell’opera. Il palazzo enfatizza il concetto dell’installazione poiché è esso stesso la rappresentazione di una stratificazione spaziale e temporale; spaziale perché sorge sul tracciato del cardo romano della Verona del I secolo, e temporale perché la struttura porta architettonicamente traccia di tutte le epoche che ha attraversato, da quella medievale in avanti», ha commentato la curatrice, Camilla Compagni.
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