16 giugno 2018

Note di un direttore/3. Cos’hai visto di bello? Oro, sale e video

 

di

Palermo, venerdì, 15 giugno ’18 
Palazzo Forcella De Seta, Palazzo Butera, i collage sui muri della Vucciria. Ah no, pardon, questo non fa parte di Manifesta. Allora lo Spasimo. No, non i lavori, il luogo. Alla fatidica domanda che in questi giorni fiocca a ogni angolo, rispondo con difficoltà oggettiva. Balbetto due e tre cose perché tanto poi, realmente, gli interessati all’opinione altrui si contano sulle dita di una mano. 
E allora preferisco davvero tenere per me quelle sensazioni che hanno a che fare con il mix tra bellezza e profondo senso di morte – credo si chiami sublime – che trovo proprio a Palazzo Forcella. Ci sono i video di Kader Attia e una splendida montagna di sale di Patricia Kaersenhout, The soul of salt, che, allestita con grazia in un salone del vecchio edificio, diviene parte della ricchezza del contesto, raccontando una leggenda caraibica che non si stenta a credere. Si narrava che esistessero Schiavi Volanti, deportati che evitavano di mangiare sale per essere più leggeri e tornare in Africa in volo. Potere dell’immaginazione, per trovare vie di fuga. Il sale, voi, potete invece anche portarvelo a casa. Forse per riflettere sulla sua “pesantezza” sociale. 
Faccio due passi e mi pietrifico davanti a uno schermo: l’hanno realizzato una serie di registi italiani del Centro Sperimentale di Cinematografia, insieme alla casa di produzione Field of Vision. Sono brevi documentari che raccontano della presenza militare americana in Sicilia, la maledetta portaerei del “Lago Mediterraneo”: da Sigonella a Niscemi, da Caltagirone a Pantelleria, con il benestare della politica e con la popolazione che muore, travolta dalle onde elettromagnetiche a bassa o alta frequenza. La svendita di un Paese intero non è soltanto un’idea populista. 
Sale un nodo alla gola e poi ti affacci e c’è il Foro Italico sul mare e poi continui a camminare e scopri mosaici d’oro e non, affreschi e scopri anche che il Palazzo è stato messo in sicurezza e riaperto grazie ad ANCE, l’associazione dei costruttori edili di Palermo e provincia che, negli anni, lo ha recuperato dal degrado con interventi non immediatamente visibili ma fondamentali, grazie a fondi privati. Magnifico esempio di Giardino (e giardinieri) Planetario. 
Alterazioni Video, dal canto loro, espugnano con il loro libro, La nascita di uno stile (Humboldt Books), la piccola edicola dei Quattro Canti, chiusa da almeno 15 anni. E anche questo, oltre a essere uno splendido posto dove poter raccontare la loro decennale ricerca (potete scoprire i punti del Manifesto su Exibart 101) è un forte segnale: l’arte cambia le prospettive. Che novità? Rifletteteci a fondo, facendo i giusti paragoni. 
Invece, a Palazzo Drago – reso da Sisal il proprio “art place” fino alla fine di Manifesta – non solo si fa un party con una selezione musicale 90’s oriented che fa ballare anche da fermi ma vi è anche una bella ricognizione della video arte italiana. Si tratta di “Sguardo”, 27 video selezionati da Francesco Pantaleone e Mario Gorni, il fondatore di Careof, che, da Diego Perrone a Sabrina Mezzaqui, passando per Luca Trevisani e Verifica Incerta di BarucchelloGrifi, regala anche in questo caso un tuffo in quel medium che, nel corso degli ultimi anni, pare essere venuto meno alle cronache dell’arte. L’apertura di Palazzo Drago, su via Vittorio Emanuele e a due passi dalla Cattedrale, è un altro punto a segno per Sisal, che vuole farsi promotore dell’arte italiana con progetti che abbiano una ricaduta sul territorio nazionale. Con un’idea decisamente “corporate”, che forse è quello che un po’ manca ai nostri artisti. 
E quando alla ex Chiesa dei Crociferi, alla festa di Alterazioni Video, sento qualcuno che dice di non essere venuto a Palermo per «trovare Milano», mi accorgo che si è fatto molto tardi. (MB
Continua…

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