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La Procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta sul furto della Natività di Caravaggio, in seguito alle ultime rivelazioni della commissione Antimafia, secondo le quali l’opera, trafugata la notte del 17 ottobre del 1969 e considerata dall’Fbi tra le dieci rubate più importanti al mondo, esiste ancora ed è conservata in Svizzera, anche se probabilmente smembrata. I pm del capoluogo siciliano hanno indagato per anni sulla vicenda ma l’indagine è stata sempre archiviata, almeno fino a ora.
Secondo il collaboratore di giustizia Gaetano Grado, a vendere il capolavoro di Michelangelo Merisi a un mercante d’arte sarebbe stato il boss di Cosa Nostra Tano Badalamenti, che ne curò il trasferimento all’estero. Nella relazione sono indicati anche gli esecutori materiali del furto, originariamente non commissionato dalla mafia che, però, considerando il valore, stimato in circa 30 milioni di euro, si sarebbe interessata subito alla vicenda. La Natività fu consegnata prima a Stefano Bontade e poi a Tano Badalamenti, che ne curò il trasferimento all’estero.
Il fascicolo, assegnato all’aggiunto Marzia Sabella e al pm Roberto Tartaglia, sarebbe ancora a carico di ignoti.