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Anish Kapoor punta il dito contro la NRA, la famigerata e potentissima organizzazione fondata a New York nel 1871, per sostenere il diritto civile al possesso di armi da fuoco, sancito dal secondo emendamento della Costituzione statunitense. L’artista ha appena presentato denuncia al tribunale distrettuale degli Stati Uniti, per violazione del copyright di Cloud Gate, opera pubblica realizzata nel 2006 per il Millennium Park di Chicago, icona del suo stile e tra i monumenti più riconoscibili della città, indebitamente usata dall’NRA per una pubblicità del 2017. Chiamato affettuosamente The Beans, il fagiolo, compare in The Clenched Fist of Truth, ovvero, il pugno serrato della verità, un video diffuso dall’NRA per sollecitare donazioni a proprio favore e contro le numerose campagne di sensibilizzazione per regolamentare la diffusione delle armi. Sono solo pochi secondi ma per Kapoor la questione è etica, oltre che burocratica ed economica e, in una sua lettera pubblicata a marzo, a ridosso della strage della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, circa 70 chilometri a nord di Miami, aveva già specificato che avrebbe preso provvedimenti contro lo spot, «usato per scatenare paura e odio». La richiesta di risarcimento ammonta a 150mila dollari, una cifra che potrebbe aumentare a seconda della portata dell’infrazione, da determinare in base alle prove che verranno presentate durante l’udienza. A prescindere dall’esito, possiamo immaginare che saranno comunque pochi spiccioli per una lobby il cui patrimonio, nel 2013, ammontava a 348 milioni di dollari.
Nella denuncia si specifica anche come Kapoor abbia ripetutamente contattato la NRA, con l’intento di far rimuovere l’immagine del suo lavoro. La NRA «gioca sugli impulsi più basilari e primordiali della paranoia, del conflitto e della violenza, e li usa nel tentativo di giustificare gli atteggiamenti più regressivi. Questi sono tempi in cui è urgente per tutti noi, in qualsiasi modo possibile, resistere alle forze oscure e aggressive della società che cercano, attraverso la paura e l’odio, di trascinarci verso una visione paranoica e primitiva del mondo», continua l’artista.