25 giugno 2018

Il potere di un nuovo racconto. Al MAXXI, Jonathas de Andrade presenta la sua ricerca

 

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Favole impossibili che si intrecciano con racconti reali, storie minori e tracce di vita nella e della città. Jonathas de Andrade, nel tentativo di fare, della storia del suo Paese, la sua storia, codifica nuove immagini da aggiungere alla cultura collettiva. L’artista brasiliano, nato a Maceió, nel 1982, ha presentato la sua ricerca al MAXXI, nell’ambito di Artapes, la rassegna di proiezioni video a cura di Giulia Ferracci
Giocando sull’ambiguità della parola e dell’estetica delle sue rappresentazioni, come in 2 in 1, (2010), un manuale di carpenteria che, passo dopo passo, mostra la costruzione, da parte di due uomini, di un letto matrimoniale dall’unione di due singoli, de Andrade mette in relazione l’io e l’altro, il vecchio e il nuovo, l’identità, singola e collettiva, componendo, tra le contraddizioni e gli stereotipi della realtà, nuove narrazioni possibili. In Ressaca Tropical (2009), diviene cantastorie che raccoglie e rielabora esperienze e luoghi, architetture e desideri, appuntamenti proibiti, situazioni personali e di altri uomini, sconosciuti che hanno vissuto vicende diverse, lontane, ma che ciclicamente tornano nella vita di ognuno e che, unite, formano, in un intreccio tra passato e presente, una nuova storia. Con Educazione per adulti (2010), da narratore, De Andrade si trasforma poi in maestro. Partendo dallo studio della teoria sul metodo dell’alfabetizzazione di Paulo Freire, pedagogista e teorico dell’educazione brasiliano, e sulla sua applicazione, l’artista ha mostrato a queste sue allieve, in una serie di incontri quotidiani svolti nel corso di un mese con un gruppo di donne analfabete, delle schede prodotte dagli anni ’60, abecedari con immagini e parole, mescolati ad altri documenti fatti ad hoc per le lezioni. Il risultato? Uno scambio condiviso di esperienze, per imparare dall’altro e accrescere la propria identità. Dare alle immagini il potere di raccontare una storia e alle persone quello di poter giudicare e decidere cosa vedere in quelle stesse immagini. 
De Andrade lavora anche su immagine e suono, sull’approccio visivo e sensoriale della realtà. Ne Il Pesce (2016), film realizzato con un gruppo di pescatori della foce del fiume São Francisco, a nord-est del Brasile, gli uomini mettono in atto un nuovo rituale, abbracciare il pesce che hanno appena catturato. Il gesto, all’apparenza affettuoso ma che accompagna il passaggio della morte degli animali, è la testimonianza di una relazione tra specie che è intrisa di forza, violenza e dominio e che provoca sensazioni diverse e contrastanti. 
Rivisitare per reinventare, in una sensazione di urgenza e aleatorietà che porta il passato nel presente e rende il futuro già passato. Questo il fil rouge dell’opera del giovane artista brasiliano che si sta affermando sullo scenario contemporaneo mondiale con la sua “moderna” cultura . (Elisa Eutizi
In home: Jonathas de Andrade, Educação para adultos, (Education for adults), 2010. 60 posters cm 34×46 
In alto: Jonathas de Andrade, O Peixe (The fish), 2016. 16mm trasferito in 2k, durata 32”

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