26 giugno 2018

ARTS & CRAFTS

 
Creativi verso il futuro. Lo studio Souldesigner ci racconta la 25esima edizione del Sónar a Barcellona

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Record. Più di 126mila persone provenienti da 61 Paesi si sono riversate a Barcellona per il Sónar Festival 2018 la scorsa settimana, che in occasione della sua 25esima edizione ha preferito volgere lo sguardo allo spazio, al futuro e al cambiamento, piuttosto che ripiegare su di un nostalgico esercizio autocelebrativo. Dal futuro dell’esplorazione spaziale, al futuro della musica, al futuro dell’esperienza audiovisive, al futuro di internet e dell’intelligence erano infatti le tematiche che hanno definito panel, progetti ed incontri del Sonar+D, ll festival gemello, incentrato su creatività, tecnologia e business che ha attirato 3.300 aziende e 6.000 professionisti, quasi il 10 per cento in più rispetto al 2017. 
Giunto alla sesta edizione, il +D si è consolidato come uno spazio che offre opportunità uniche di conoscenza, ispirazione e networking tra diverse comunità e settori creativi vedendo consolidato l’accordo con Barcelona Tech City, concretizzata nella partecipazione di esperti dell’associazione nelle sessioni di mentoring, nella presentazione della hub metropolitana dedicata alla tecnologia Pier01 e alla presenza di due startup associate allo Startup Garden, area del Sonar+D dedicata a networking e showcase dell’ecosistema imprenditoriale. Proprio una di queste due realtà, Broomx Technologies – specializzata nella creazione di contenuti 360 fruibili senza visore – è stata la vincitrice della Startup Competition con il suo progetto Broomx VR, una piattaforma che consente ad artisti VR e video maker di condividere e monetizzare con le loro produzioni attraverso la rete MK. Dall’intelligenza artificiale applicata alla composizione con Google Magenta, presente per dibattere sul tema e lanciare il suo nuovo controller open source che sfrutta la sintesi neurale, i progetti toccavano la disintossicazione da internet e dai social per arrivare all’esecuzione musicale nello spazio con gravità zero e alle nuove frontiere dello storytelling. 
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Sónar Barcelona 2018
Argomenti corposi ed innovativi sono stati accompagnati da ospiti di primo livello quali Ian Rogers, responsabile digital di LVMH, l’artista e programmatore statunitense Zach Lieberman con le sue sorprese in Realtà Aumentata, il matematico e artista newyorkese Gene Kogan esperto in reti neurali, Nick Crosthwaite di Spotify, il fondatore di Shazam Dhiraj Mukherile oltre a rappresentanti di MIT, NASA e altri esponenti di istituzioni scientifiche. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere la realtà quotidiana di produzione e le problematicità incontrate per dar vita alle installazioni di luce immersive di Joanie Lemercier prendendo parte al workshop di Juliette Bibasse, curatrice e producer specializzata in media art e da anni attiva nello studio dell’artista francese. 
Immersivo è stato un termine ricorrente in questa edizione del festival che ha infatti stretto un accordo con Mediapro, gruppo audiovisivo spagnolo, il quale ha montato nell’area interna del Sónar by Day una cupola geodetica di 9 metri di diametro. Le lunghe code non hanno scoraggiato i partecipanti, che hanno atteso pazientemente di godere di una fitta programmazione di contenuti con immagini 360 e suoni 3D. 
Uscendo fuori dal perimetro della fiera di Montjuic dove si è svolto il de Dia, il Sonar era e sarà presente al al Centre D’Art Tecla Sala fino al 23 giugno con una mostra che ripercorre mezzo secolo di comunicazione e lineup dei festival proiettando gli spettatori nel mondo di Sergio Caballero, co-direttore del Sonar e sin dall’inizio creatore della sua immagine. Mentre nel cortile interno del municipio di Barcellona per (solo) due giornate era visitabile Chiasm, installazione dell’artista e ricercatore olandese Edwin van der Heide dedicata alla relazione intima tra corpi e spazio in cui convivono grazie ad un’interazione tridimensionale di luce e suono. 
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Sónar Barcelona 2018
Un Sonar che fornisce una visione tempestiva del passato, presente e futuro della musica intesa come una lingua in costante evoluzione e fonte inesauribile di idee. Un Sonar in cui si è svolta una conversazione affascinante tra due idee contrastanti ovvero la luce ed il buio. Da un lato lo show visivo modellato per amplificare l’impatto della musica elettronica dall’altro un uso sensato della privazione visiva per concentrare la mente su quello che il suono genera in noi. La tendenza decisamente più ampia che accompagna la musica elettronica è la creazione di scenografie visual sempre più complesse e coinvolgenti come lo show di laser dell’ideatore del ‘rave voyeurism’ Lorenzo Senni, l’intima performance dal linguaggio teatrale della musicista norvegese Jenny Hval, il visual artist Michael England con i suoi contenuti che ricordano l’estetica del nostro Ancarani per accompagnare il duo dark ambient Demdike Stare, il 3D confezionato in un concept patinato dal sapore di lusso e rivoluzione del set di Fatima al Qadiri per arrivare alla scenografia sofisticata e avvolgente dello show di Thom Yorke e alla mutazione dei Gorillaz di Damon Albarn da ologrammi ad headliners. 
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Sónar Barcelona 2018, Gorillaz
Il premio al migliore AV show va per noi allo spettacolare debutto del duo Fractal Fantasy composto da Sinjin Hawke e Zora Jones che hanno incantato il pubblico con una fusione unica ed elegante di elettronica e footwork mentre sullo schermo del Sonar Hall venivano proiettati effetti angelici, psichedelici e macabri, metallo liquido che reagiva alla loro musica e ai loro movimenti in una perfetta armonia. Un mix futuristico di suono, immagine e tecnologia che incarna tutta l’essenza, tutti i valori del Sonar. Ma per tornare a fare focus su quel lato più oscuro e devoto al contenuto, in opposizione alla strada di Jones e Hawke, dobbiamo invece pensare al set di suoni industriali raccolti in 25 anni dal produttore di Madrid Francisco Lopez e manipolati nell’oscurità, al set ipnotico di soli vinili eseguito dalla dj tedesca Helena Hauff e dalla deprivazione dei sensi nello spazio clubbing Despacio completamente buio e dotato di un soundsystem dal suono cristallino, realizzato da James Murphy e 2manydjs che hanno suonato live in una maratona di sei ore al giorno. Fuori da questa opposizione tra luce e oscurità non possiamo non ricordare le performance di Alva Noto & Ryuichi Sakamoto in chiusura del festival al teatro Grec di Barcellona e ancora la disco-perfezione degli LCD Soundsystem e l’afrobeat di Amp Fiddler con il leggendario Tony Allen
Un Sonar che guarda molto lontano, allo spazio, pronto per comunicare con forme di vita extraterrestri con il progetto Sonar Calling GJ273b che ha permesso la trasmissione di un segnale radio con 38 brani musicali commissionati dal festival ad un pianeta situato fuori dal sistema solare e potenzialmente abitabile. Un festival in cui ci rivediamo per il suo carattere multidisiciplinare che vede musica, arte, scienza e business fondersi in perfetta armonia: una realtà inedita in cui innovazione tecnologica e creatività sono i veri motori di un cambiamento impensabile se non sapremo leggere il valore di coniugare i saperi provenienti da mondi molto lontani tra di loro. 
Souldesigner
Souldesigner Hybrid Design Studio, sedi a Milano, New York e Lugano, http://www.souldesigner.net, fondato da Samuele Franzini si occupa di design ibrido, che è il metodo di progettazione che utilizza nello sviluppo di tutti i suoi progetti e su cui si fonda il core del suo studio, che copre tutte le fasi della progettazione

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