26 giugno 2018

Via libera ai direttori stranieri. Arriva la sentenza del Consiglio di Stato

 

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Si chiude la spinosa querelle legale che aveva coinvolto le nomine di cinque tra i venti superdirettori ai quali, nel 2015, il Ministero dei Beni Culturali targato Dario Franceschini affidò la gestione di musei e siti in posizione chiave. Sulla liceità delle designazioni, in particolare, dei direttori stranieri, si è espresso infatti il Consiglio di Stato, che ha dato il suo assenso capovolgendo la decisione del Tar del Lazio, il quale, a maggio 2017, aveva evidenziato, con due sentenze, come le procedure di selezione fossero viziate in più punti
Il massimo tribunale di diritto amministrativo ha invece accolto il ricorso in appello del Ministero dei Beni culturali, respingendo integralmente il ricorso invocato da Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi, sovrintendente di Parma, contro la nomina di Peter Assmann a direttore del Palazzo Ducale e di Martina Bagnoli a Direttore della Galleria Estense di Modena. «Il Tar del Lazio aveva inizialmente accolto il ricorso proposto da una dirigente di nazionalità italiana del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e aveva annullato gli atti di nomina, osservando che la normativa vigente non consente di attribuire a cittadini stranieri alcun incarico di livello dirigenziale. A seguito di una rimessione da parte della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, la questione è stata definitivamente risolta dall’Adunanza Plenaria, che, con la sentenza depositata oggi, riforma quella di primo grado», si legge in un comunicato del Segretariato generale della Giustizia amministrativa. La sentenza n. 9/2018, depositata dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, stabilisce che «La normativa Ue (articolo 45 del Trattato di Roma) non consente di escludere un cittadino dell’Unione europea da una selezione pubblica, a meno che non si tratti di una posizione caratterizzata dall’esercizio esclusivo o prevalente di poteri autoritativi (per esempio magistrati, militari, forze di polizia)». Una sentenza i cui effetti si riverseranno a cascata anche sul codice, visto che il Dpcm n. 174 del 1994, che in effetti vieta di attribuire ai cittadini Ue qualunque posto dirigenziale, anche se di contenuto meramente gestionale, risulta in contrasto con il diritto dell’Unione europea e «non può essere applicato dal Giudice nazionale». 
«Dopo anni di ricorsi e sentenze si chiude definitivamente la vicenda dei direttori stranieri nei musei con il via libera di oggi del Consiglio di Stato. Grazie a tutti i direttori italiani e stranieri che ora potranno continuare il loro lavoro straordinario», ha commentato su Twitter l’ex ministro Dario Franceschini. Soddisfazione anche per il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger: «Napoli non mi ha mai fatto sentire straniero».

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