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Per Egon Schiele gli anni non sembrano essere passati. Al punto che le celebrazioni per il centenario della sua morte, avvenuta il 31 ottobre 1918, a soli 28 anni, per gli effetti dell’influenza spagnola, più che rimarcare una distanza ormai divenuta secolare, ne fanno emergere l’attualità, nuda e cruda. Mal tollerati dai social network e censurati dalla Metropolitana di Londra, i suoi punti di vista riescono ancora a scandalizzare, a smuovere certi istinti e sbloccare alcune pulsioni. Troppo emozionale? Certo e senza pudore. E infatti, radicale è la grande mostra appena aperta alla Neue Galerie di New York, visitabile fino al 3 settembre, e lo è ancora di più perché, in un corposo e approfondito dialogo tra stili, temi e tecniche, sono esposte anche molte opere capitali di Gustav Klimt, che era più anziano ma che morì nello stesso 1918, il 6 febbraio. «È stupefacente notare quanto Gustav Klimt ed Egon Schiele risultino ancora scioccanti, avendo esplorato tematiche con le quali siamo alle prese ancora oggi. Per esempio, tutti gli argomenti compresi nell’area #metoo, come le schiette rappresentazioni della sessualità», ha commentato Janis Staggs, curatrice della mostra.
Schiele lo osservava con venerazione, Klimt ricambiava con stima e oggi, nel museo americano dedicato all’arte mitteleuropea del XX Secolo, abbiamo l’occasione di risolvere, almeno nel nostro piccolo, l’eterna querelle tra maestro e allievo. Circa 100 tra le opere più rappresentative, per un’ampia panoramica sui percorsi dei due artisti e amici che animavano i salotti viennesi, respirando a pieni polmoni l’atmosfera di decadenza dell’Impero, tra le ombre di quello che sarebbe stato il Secolo Breve. Insomma, non si trattava solo di épater le bourgeois – che pure doveva avere il suo gusto – ma anche di rappresentare l’aderenza al contesto storico. E visto che stiamo parlando di rockstar dell’arte moderna, è ammessa anche una certa dose di feticismo, con una ricca sezione di oggetti personali tra cui fotografie, maschere mortuarie, l’ultimo diario di Klimt, cartoline tra Schiele e l’amante e modella, Wally Neuzil.
Nel frattempo, al Met Breuer è in apertura un’altra mostra che farà discutere e sarà frequentatissima: “Obsession – Nudes by Klimt, Schiele, and Picasso from the Scofield Thayer Collection”, con circa cinquanta acquerelli, disegni e stampe a tema erotico, appartenenti alla prestigiosa collezione dell’editore e poeta americano che, durante un lungo soggiorno a Vienna, fu tra i pazienti di Sigmund Freud.