21 luglio 2018

Dalla Corea del Sud prove di post-moderno

 
Si conclude con una mostra dedicata all’arte contemporanea della Corea del Sud, la trilogia espositiva “Paradoxa” presso Casa Cavazzini-Civici Musei di Udine

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Apre oggi i battenti al pubblico a Casa Cavazzini, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, la terza e ultima tappa del progetto dedicato all’arte contemporanea orientale. Dopo Giappone e Cina, questa volta è il turno degli artisti della Corea del Sud. Nello specifico sono tre: Yee Sookyung, Park Chang-kyong e Kyung-ah Ham. Molto affermati in patria e già apprezzati anche a livello internazionale (Yee ha appena partecipato alla scorsa edizione della Biennale di Venezia).
Ancora una volta la lente d’ingrandimento di un progetto curatoriale, in questo caso a firma di Denis Viva, si sofferma su un’economia emergente. Pochi giorni fa, infatti, proprio in questa rubrica, abbiamo annunciato “BRIC-à-brac | The Jumble of Growth | 另一种选择” a cura di Huang Du e Gerardo Mosquera, attualmente in corso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Il leitmotiv è sempre l’esplorazione, spesso cinica e impietosa come l’arte sa fare, di diversi modelli di crescita che paesi con un forte sviluppo economico, direi quasi sussultorio, stanno vivendo ormai da oltre un decennio, bilanciando in parte gli equilibri di potere del pianeta. Contribuendo a mandare in soffitta, prima o poi, sigle come G7 o G8. La geopolitica cambia repentina, trasforma, troppo frequentemente sfigura più che trasfigura, il volto di luoghi, tradizioni, persone. In un processo che non è più “dolce” come nei secoli passati. Ma incalzante quanto un martello pneumatico. Basta considerare dopo quanti mesi l’ultimo modello di smartphone sembra già obsoleto (o almeno ci viene proposto come tale). Ma cosa accade nei paesi di questo ennesimo “miracolo economico”? A giudicare dagli esiti formali delle ricerche artistiche locali il conflitto è sempre lo stesso, un’antinomia permanente tra artificio e natura, upgrade tecnologico e ambiente, tra innovazione a tutti i costi e l’eredità della tradizione sullo sfondo, che va sbiadendo. In una dinamica che rivela tratti più divergenti che convergenti. Eppure non tutti gli artisti si abbandonano a un’utopia decadente o di irreversibile oblio. Come rivelano i tre artisti invitati a Casa Cavazzini, nati tutti negli anni ’60, attivi sulla scena culturale coreana dai primi anni Novanta, accomunati dalla forte intensità con cui cercano un dialogo con la cultura tradizionale coreana e ingaggiano al contempo un confronto con la storia recente e con la cronaca del paese estremo orientale ancora oggi diviso, in una penisola al centro di tensioni politiche mondiali, con una fase di distensione appena avviata dall’incontro di Singapore. A Udine torna, pertanto, ad aprirsi uno spazio, o meglio una specie di soglia liminare in cui la cultura e l’espressione artistica concretizzano, o almeno provano a farlo, il proprio senso del post-moderno. (Cesare Biasini Selvaggi)
  
INFO
PARADOXA 2018. ARTE DA META’ COREA| ART FROM MIDDLE KOREA
dal 21 luglio al 14 ottobre 2018
Casa Cavazzini
Via Cavour 14, Udine

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