02 agosto 2018

Metti un luogo dove finisce la terra

 
Torna in Puglia, a Gagliano del Capo, Capo d’Arte, alla sua nona edizione

di

Metti un luogo che sta dove finisce la terra, un parco comunale semiabbandonato, un intervento di arte pubblica. È Capo d’Arte a Gagliano del Capo con Solo lo stupore conosce di Lorenzo Vitturi (in alto), a cura di Massimo Torrigiani. Un palo inutilizzato nella “villetta”, il giardino pubblico del piccolo paese salentino, è diventato un oggetto multiforme, un’installazione permanente, un’espressione visionaria che serve a giocare (c’è un piccolo canestro da basket), a segnare il vento, a immaginare, perché gli elementi che lo circondano attingono alla cultura popolare e all’universo visivo e nomade dell’artista veneziano. Si pone come elemento di attenzione nella limpidezza della luce naturale e il risultato è coinvolgente, dà identità e colora un luogo frequentato poco e quasi dimenticato. Lo compongono un cactus ipercolorato, maschere peruviane, silhouette di uccelli ed elementi vegetali, segni vitali che divertono i bambini e stupiscono gli adulti, del resto il titolo cita Gregorio di Nissa (teologo della Cappadocia vissuto nel IV secolo) “I concetti creano gli idoli. Solo lo stupore conosce”.  Una prima opera pubblica, perché nelle intenzioni di Massimo Torrigiani i prossimi interventi della rassegna potrebbero coinvolgere anche altri spazi della “villetta” comunale come la fontana che non ha più acqua e il piccolo anfiteatro abbandonato.
Capo d’Arte è giunta quest’anno alla sua nona edizione e i suoi direttori – Francesca Bonomo e Francesco Petrucci – sono riusciti, senza significativi aiuti pubblici, a fare di un paese di poche migliaia di abitanti un centro di arte contemporanea. Gli interventi negli ultimi cinque anni sono stati segnati dalla direzione artistica di Massimo Torrigiani e hanno parlato di un “Altrove” geografico e mentale. Yang Fudong (2014), Soundwalk Collective (2015) e Shilpa Gupta (2016), hanno occupato e valorizzato spazi dimenticati anche se la comunità li ha vissuti, a volte, come corpi estranei. Quest’anno si corregge il tiro e l’opera di Vitturi irrompe nello spazio pubblico. Affronta senza timore una peculiare e difficile area verde, rompe lo schema del circuito chiuso, investe come un gioco la quotidianità nel suo svolgersi naturale.
È di tutt’altro registro l’installazione di Éric Baudelaire e David Douard in mostra a Palazzo Daniele e realizzata nell’ambito delle residenze di Villa Medici (a cui Capo d’Arte è associata dal 2016). I due artisti francesi raccontano con Prove e Motivi (Evidence and Patterns)(in homepage) una storia di pericoli e resistenze. Lo fanno con durezza e con il colpo al cuore dei grandi tronchi di ulivo tagliati e sezionati. Provengono dalle campagne di Ugento e sono stati “bruciati” dalla Xylella fastidiosa, il batterio che sta trasformando gli uliveti salentini in uno scenario distopico, apocalittico e desertificato. La durezza dell’intervento che apre la mostra è enfatizzata anche dalle lunghe aste di ferro che sporgono dai tronchi, un pericolo, un martirio, una catastrofe. Il lavoro è stato realizzato a quattro mani, include anche un’installazione sonora con le riprese ambientali registrate nel corso della residenza dell’aprile scorso e due video, quello al microscopio del batterio della xylella e quello dedicato ad un’antica famiglia di tessitori, i Liso di Alessano.  Lavorano ai telai e tagliano i tessuti. In questo caso tagliare e sezionare sono gesti di resistenza e segnalano la densità di un luogo e delle sue tradizioni. (Marinilde Giannandrea)

INFO
Lorenzo Vitturi
Solo lo stupore conosce
Installazione permanente
Giardino pubblico di via Roma
Gagliano del Capo (LE)

Éric Baudelaire e David Douard
Prove e Motivi
Palazzo Daniele
28 luglio-1settembre 2018
orari: tutti i giorni, 18-22
Gagliano del Capo (LE)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui