24 agosto 2018

Last Minute/10. Il padiglione specchiato nel deserto di Gorafe

 

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Per pernottare nel deserto dimenticate tende, cammelli o jeep, c’è un’alternativa: la “Glass
House” nel cuore del deserto andaluso del Gorafe. Si tratta di un progetto pilota dello studio d’architetti sloveno OFIS Arhitekti, inaugurato lo scorso luglio: è il prototipo di un’unità abitativa in vetro specchiante che offre al tempo stesso riparo e una vista mozzafiato sul paesaggio desertico di giorno e, di notte, sul cielo stellato.
Realizzato in collaborazione con Guardian Glass, una ditta statunitense leader nel settore del vetro per l’edilizia, la casa – completamente sperimentale, ma funzionante – è stata progettata per resistere alle forza naturali di uno degli ambienti più estremi d’Europa e permetterà e di testare struttura e materiali in condizioni estreme. Nel deserto del Gorafe, infatti, durante il giorno il calore supera i 40 gradi centigradi e durante la notte la temperatura si fa gelida, la zona è inoltre, inoltre, percorsa da un forte vento. “Se riesci a costruire un edificio in vetro che resiste a questo tipo di condizioni, puoi costruire questo edificio ovunque”, ha dichiarato Spela Videcnick di OFIS Arhitekti. L’interno della struttura è un’abitazione di 20 metri quadrati, può ospitare un massimo di due persone e è isolato dagli agenti atmosferici grazie ai particolari vetri specchianti: in questo modo è stato possibile realizzare le pareti divisorie in vetro normale, permettendo la totale trasparenza dell’edificio e garantire la possibilità di osservare il paesaggio a 360°.
L’edificio ha la forma di ypsilon, si sviluppa interamente a pianoterra, dove sono collocate l’”area giorno”, una camera da letto e, al centro della struttura, un bagno. Delle tende possono essere abbassate per proteggere l’interno dal sole e le superfici esterne riflettono il paesaggio desertico.
Data la posizione remota dell’edificio, è stato equipaggiato per essere autosufficiente dal punto di vista energetico e in grado di smaltire i rifiuti in modo ecologico: l’elettricità è prodotta da pannelli solari, un serbatoio raccoglie l’acqua piovana e le acque reflue sono trattate in un apposito container interrato vicino alla struttura. I primi ospiti? Individuati attraverso una selezione su diverse piattaforme digitali per il turismo collaborativo e invitati per un soggiorno di una settimana.
L’edificio rimarrà nel deserto spagnolo per un anno, poi sarà spostato in una nuova località per nuovi test. Se volete provarlo, affrettatevi!

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