21 agosto 2018

L’UFO se ne va. La casa-studio di Bjarne Melgaard nel bosco di Edvard Munch non si farà

 

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Al termine di una lunga querelle, le autorità norvegesi hanno posto il veto sulla realizzazione della House to Die In, la residenza-studio-scultura progettata da Bjarne Melgaard, nei pressi dei boschi di Ekely, non lontano da Oslo, dove Edvard Munch, nel 1916, acquistò una proprietà di 45 ettari e lì abitò per 28 anni, fino alla sua morte, il 23 gennaio 1944. «Vogliamo che il sito rimanga un’area verde a beneficio della popolazione locale ed esortiamo Bjarne Melgaard a trovare una nuova sede per il progetto», hanno dichiarato dal consiglio comunale di Oslo, con l’appoggio di vari partiti, come la Sinistra socialista e i Verdi, chiudendo definitivamente le porte a quello che era diventato un caso nazionale. 
La residenza di Munch, una villa in legno, in stile svizzero e risalente al 1870, fu acquisita nel 1946 dal Comune di Oslo, ente al quale l’artista lasciò gran parte della sua collezione, poi trasferita al Museo Munch. L’edificio, che venne demolito nel 1960, compare come sfondo non solo in molte fotografie degli ultimi decenni di vita di Munch ma anche nei suoi dipinti. Oggi, il complesso, patrimonio culturale nazionale, è diventato una importante meta turistica e ospita anche residenze per artisti. 
Melgaard, norvegese ma di base a New York, è considerato un bad boy per le sue opere controverse, tra riferimenti razziali e pedopornografici, ed è in ottimi rapporti con Dasha Zhukova, la facoltosa collezionista, fondatrice del Garage Museum di Mosca ed ex moglie Roman Abramovich. Nel 2011 contattò il gruppo immobiliare Selvaag per dare inizio al progetto A House to Die, una casa disegnata in collaborazione con Snøhetta, completamente nera, decorata con disegni enigmatici e piena di spigoli, simile a un UFO. Ma dopo mesi di discussioni sull’opportunità di un intervento simile, le autorità locali hanno deciso di mettere fine al progetto. 
In una breve nota rilasciata all’Aftenposten, Melgaard ha dichiarato di non essere sorpreso, «C’è una forte opposizione alle novità, in Norvegia», rifiutando ogni ulteriore commento sulla possibilità di cercare un nuovo sito.

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