07 settembre 2018

I siti più a rischio, nella lista di Italia Nostra. E il MIBAC attiva l’unità di sicurezza

 

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La Chiesa di San Francesco a Pisa, il Palazzo Silvestri Rivaldi a Roma, il Castello Svevo di Augusta, la Chiesa di Sant’Ignazio al Collegio Romano, la Chiesa di Sant’Angelo in Formis a Capua, il Palazzo Chigi Albani a Soriano sul Cimino, Villa Zanelli a Savona, Borgo delle Gualchiere di Remole a Firenze, le Mure Urbiche Antiche di varie città fra cui la capitale, il Sacrario di Redipuglia a Gorizia. Sono i dieci siti inseriti da Italia Nostra nella Lista rossa dei Beni Culturali in pericolo, lanciata nel 2010 dopo il crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei. 
Ma i beni a rischio potrebbero essere molti di più, oltre ai circa 350 già mappati e seguiti dalle sezioni locali di Italia Nostra. Per favorire la semplificazione in materia di sicurezza dei beni culturali, è stata attivata l’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del Mibac, istituita già nel 2017 e mai entrata in funzione. A ricoprire il ruolo di Direttore generale della nuova unità è stato chiamato, per i prossimi tre anni, Fabio Carapezza Guttuso. L’unità avrà il compito di unificare le diverse strutture che si occupavano di sicurezza al fine di un migliore coordinamento delle competenze. La struttura si muoverà sia nell’ambito della prevenzione che delle emergenze e per gli interventi ordinari. 
«La nascita dell’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale va nella direzione di quella semplificazione non solo burocratica e amministrativa, ma anche e soprattutto operativa. Tutte le strutture che collaborano alla sicurezza, dalla Protezione civile ai Vigili del fuoco, alle strutture territoriali, ora sanno a chi rivolgersi per tutte le questioni legate alla sicurezza», ha commentato il Ministro Alberto Bonisoli.

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