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Dire che in Occidente si guarda alla Cina, alla sua storia, alla sua cultura e al suo miracolo economico, con curiosità, è ormai un eufemismo. E si può dire che il sentimento è perfettamente contraccambiato. Per esempio, negli ultimi anni, la prestigiosa istituzione dell’Accademia Nazionale Cinese di Pittura ha rivolto le sue attenzioni all’Italia e all’Europa, affascinata dalla grande tradizione culturale legata all’arte, alla poesia e alla filosofia. E il 15 settembre, presso la sua sede di Pechino, aprirà “La luce ricorda”, mostra che metterà in dialogo Ruggero Savinio e Giuseppe Modica con Tang Yongli e Zhang Yidan, nel segno di uno scambio culturale circolare, fra Oriente ed Occidente. La cura della mostra è stata affidata a Giorgio Agamben, il cui pensiero ha in Cina una particolare accoglienza ed è studiato attraverso un’ampia diffusione editoriale, e a Zhang Xiaoling, Vice Presidente dell’Accademia stessa, critico d’arte e studioso della cultura artistica internazionale. Sarà coinvolto anche L’Istituto italiano di Cultura, diretto da Franco Amadei, che in collaborazione con l’Ambasciatore italiano a Pechino, Ettore Sequi, organizzerà una giornata di studi alla quale interverranno gli artisti e i curatori.
Agamben, in “La luce ricorda”, testo che dà il titolo alla mostra, rintraccia il filo conduttore nel concetto della luce come elemento originario della creazione e della percezione della forma. Savinio e Modica sono due autori diversi ma la pittura di entrambi rimanda alle antiche ragioni di autori come Giotto e Masaccio, Piero della Francesca e Antonello da Messina, attraversate dalle sollecitazioni del Novecento e rinnovate dalle inquietudini del contemporaneo. Questo intenso legame con il fare della pittura, con radici lontane e profonde, è ciò che crea il rapporto con gli altri due artisti esposti in mostra. Tang Yongli è un autore che coniuga antica religiosità e laicità moderna, l’antica pittura ad affresco e la moderna indagine analitica di ascendenza europea, mentre Zhang Yidan ha osservato con profondo interesse la pittura di paesaggio dell’antica Cina ed ha pubblicato studi su Zhu Da (1626 – 1705), pittore e calligrafo, cercando di comprenderne la struttura e la forma espresse anche come studio del paesaggio.
La mostra sarà aperta al pubblico fino a metà ottobre 2018.