17 settembre 2018

La guerra che non finisce. Al MAR di Ravenna, in mostra mitologia e attualità del conflitto

 

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Se il conflitto è un sentimento connaturato all’essere umano, allora, imprescindibile da esso è il desiderio di prevaricare l’altro. Non è, dunque, la pace l’antitesi della guerra ma un’ostilità controllata, la dialettica volta al confronto. La mostra “?War is over. Arte e conflitti tra mito e contemporaneità”, visitabile dal 6 ottobre al 13 gennaio negli spazi del MAR-Museo d’Arte della città di Ravenna e presentata a Roma, approfondisce il tema della guerra in maniera tanto trasversale quanto tematica, istituendo un contraddittorio tra opere e ricerche nate da sensibilità differenti, tra riflessione etica ed estetica. 
Il percorso, a cura di Angela Tecce e Maurizio Tarantino, direttore del museo, è fittamente scandito, dalle Avanguardie storiche a un eroe postmoderno come il maestro Joda della saga di Guerra Stellari, con lavori di artisti come, tra gli altri, Marina Abramović, Marisa Albanese, Alighiero Boetti, Jota Castro, Lucio Fontana, Thomas Hirschhorn, Emilio Isgrò, Alfredo Jaar, Ana Mendieta, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Vedovamazzei, Andy Warhol e Lawrence Weiner. Un complesso itinerario attraverso la storia dell’arte, integrato dalle istallazioni di Studio Azzurro, che combinano e connettono i vari piani dell’esposizione e le tematiche raccolte. 
Superando l’ordinamento cronologico, le opere saranno presentate sottolineando le dimensioni dell’atemporalità e della contemporaneità, come categorie assolute, derivanti sia dalla loro natura di icone che dalla specificità dei concetti di cui forniscono diverse visioni. In quest’ottica, vengono affrontati temi innati nella natura umana e che scaturiscono da essa, dalla mitologia antica come celebrazione dell’uomo, alla geografia bellica che erge frontiere e confini evanescenti, fino al rifiuto della guerra profetizzato con atti ed esercizi di libertà. 
La guerra è finita? «Una qualche forma di guerra continuerà sempre, perché la guerra è insita alla vita», scriveva Benedetto Croce. (Elisa Eutizi
In home: Emilio Isgrò, Weltanschauung, Collezione del Centro Pecci, Prato. Donazione dell’artista 
In alto: Pino Pascali, Bomba a mano (diario), 1967, collezione privata, Roma

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