17 settembre 2018

I tappeti di Benedetta Carpi volano per l’Europa e arrivano ad AlbumArte. Nonostante i muri

 

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Da lunedì, 17 settembre, a venerdì, 21 settembre, AlbumArte mostrerà, a cura di Giulia Pardini, i frutti del primo anno del progetto artistico internazionale “Magic Carpets”, ideato da Benedetta Carpi de Resmini, attraverso la sua creatura Latitudo, e co-finanziato dal Creative Europe Programme. Il progetto nasce come piattaforma trans-europea – si parla di tredici partner coinvolti – con l’intenzione di favorire uno scambio di artisti tra gli stati europei, tramite residenze d’artista. Ricerche, progetti, lavori site specific sono stati realizzati da Grossi Maglioni, duo formato da Francesca Grossi e Vera Maglioni, invitate a Novi Sad, in Serbia, e da Gian Maria Tosatti, a Riga, in Lettonia. Mentre a Roma sono state ospitate la croata Hrvoslava Brkušić e la tedesco-cilena Melanie Garland, suggerite rispettivamente dalla Lab.852 di Zagabria e dalla ZK/U di Berlino. 
Ma i tappeti volanti magici delle Mille e una notte, che rendono possibile viaggiare in un istante da un luogo a un altro, facendo incontrare e comunicare culture e linguaggi diversi, negli ultimi anni hanno sempre più difficoltà a spostarsi, persino tra i paesi dell’Unione europea, dove ultimamente abbiamo qualche problemino di coesione, di identità, di comunicazione. Rispetto al 2015, quando il progetto venne presentato alla Biennale di Kaunas e quando ancora si poteva parlare di Europa unita, oggi l’urgenza è diventata, nelle parole di Carpi, «unire questi Paesi attraverso il linguaggio e la visone degli artisti” poiché i tappeti magici dell’inizio non esistono più, non hanno più senso, sono tanti fili che però non sono connessi l’uno con l’altro. E da lì è nata l’idea di riflettere su The Others, gli altri». 
Ecco quindi una buona occasione per «riflettere non soltanto su questa mancanza di comunicazione tra paesi europei, ma soprattutto su questo mito dell’Europa che si sta sgretolando», prosegue Carpi, e «su questa mancanza di riflessione di un noi comune, di un’attenzione verso l’altro», un modo per avere chiavi di lettura diverse attraverso gli occhi di artisti di altri paesi. 
Ecco dunque che Roma, storicamente luogo di passaggio, scambio, scontro multiculturale, diventa per Garland l’occasione per rileggere le migrazioni da, verso e attraverso il Mediterraneo, con Liminality, mentre Brkušić, ha fatto partire il suo percorso di suoni e immagini, per A Voyage to the Mediterranean Sea, da una riflessione sul colonialismo italiano e le sue conseguenze. Grossi Maglioni hanno immerso il loro progetto, Occupazioni: Il Dialogo Perenne, nella identità culturale, storica e materiale serba, tanto lacerata quanto emblematica della recente storia europea. Mentre Tosatti nota e segue nel Nord-Europa ingombranti fantasmi fatti di sparizione e assenza. Sono tutte tessere di un mosaico che potrebbe – potrebbe – aiutarci a capire dove e quando qualcosa ha iniziato ad andare storto nel grande sogno europeo. 
Da non perdere il finissage del 21 settembre: un dibattito a cui parteciperanno, tra gli altri, Saverio Verini, Cecilia Canziani, Giulia Pardini, Grossi Maglioni, Gian Maria Tosatti, e in cui «la domanda che porrò – ha anticipato Benedetta Carpi – sarà: ‘Ha senso parlare in questo momento di Europa unita? Quando in realtà tutti i nostri paesi, che fanno parte dell’Unione Europea, non fanno altro che alzare muri sempre più alti?». (Mario Finazzi)

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