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Dopo le mostre realizzate al Teatro Anatomico de Waag di Amsterdam, al Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna e al Teatro Anatomico di Padova, il progetto Les Gares, a cura di Chiara Ianeselli, è arrivato al Teatro Anatomico di Modena, tornato fruibile da febbraio 2018, dopo un lungo e minuzioso restauro. “Gare de moi” è la mostra di Carlo Benvenuto, con la consulenza scientifica di Elena Corradini, che conduce in un percorso di scoperta attraverso le varie aree dell’edificio, voluto a fine Settecento dal grande medico e chirurgo Antonio Scarpa, per l’insegnamento dell’anatomia.
Proprio la sospesa atmosfera storica dello spazio e la sua particolare funzione scientifica, sono state fonte di ispirazione per le opere di Benvenuto, principalmente fotografie lavorate senza alcun ausilio digitale, per rappresentare la consistenza degli enigmatici oggetti ritratti. Candele, sedie e bicchieri diventano forme sintetiche ed essenziali che, per essere attivate, presuppongono altre presenze, scomparse senza lasciar traccia. Oppure qualcosa c’è, sette bicchieri in vetro di Murano colmi d’acqua sono sparsi nella cavea del teatro, come abbandonati dalla prima dissezione, il 23 gennaio 1775, oppure dall’ultima, avvenuta nel 1985. Ma nel luogo in cui la verità ha assunto consistenza organica, essa risiede ancora oltre la superficie della rappresentazione, perché i bicchieri non sono ciò che sembrano e rivelano la loro natura di solidi pieni di vetro trasparentissimo e illusorio.