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23
settembre 2018
Giunto alla XVI edizione, “CONTEMPORANEA_Le Arti della Scena”, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato, prosegue da oggi e fino al 30 settembre prossimo nel centro toscano la riflessione avviata nella scorsa edizione “Vivere al Tempo del Crollo”, un ragionamento che attraversa la storia recente e che diventa sempre più appropriato al momento che stiamo vivendo. Il crollo contiene tutti i requisiti per essere assunto come metafora, astrazione, ma anche realtà di questa epoca estrema, stracolma di eventi che mutano il corso delle cose in modo improvviso. È qualcosa che appartiene all’etica, alla politica, al sistema economico di un paese, a un principio filosofico e culturale. Questa nuova edizione del festival è stata introdotta da alcuni interrogativi: può l’arte cogliere lo spirito di questi tempi e anticiparne le mosse? Può davvero essere un antidoto alla banalità? Qual è il suo reale impatto? Contemporanea Festival considera come elemento fondante dell’agire creativo la sommatoria di azioni che compongono l’opera: al centro della progettazione c’è quindi il “processo” come percorso necessario, come punto d’incontro dell’intera comunità, come confronto critico sull’opera nel suo divenire, come angolo di osservazione e sguardo aperto sul futuro.
Oltre agli spettacoli e alle produzioni site specific di circa 20 gruppi/artisti, un focus particolare sulla coreografia nazionale e d’oltralpe e diverse esperienze laboratoriali, il festival ospiterà incontri, confronti, tavole rotonde e momenti teorici di approfondimento tra operatori, critici, studiosi e artisti.
In questa occasione, il Centro Pecci promuove oggi un incontro inedito, un originale seminario per scoprire gli sviluppi più attuali di arte e scienza. Il workshop è aperto a tutti, e indirizzato soprattutto a studenti provenienti dei dipartimenti scientifici dell’Università e dall’Accademia di Belle Arti di Firenze, con l’obiettivo di vedere applicato il dialogo tra le discipline che basano il loro metodo di lavoro sulla sperimentazione, ed elaborare nuove chiavi di lettura e innovative metodologie di studio e lavoro. I partecipanti avranno l’opportunità di seguire un seminario intensivo con Loris Cecchini (Milano, 1969) e Luca Bindi, geologo pratese noto per i suoi studi sui quasi cristalli naturali. Loris Cecchini, considerato uno dei più promettenti artisti italiani degli ultimi due decenni, è autore di una ricerca artistica con un’ampia gamma di media, collegata all’esperienza diretta con la materia e associata al tema scientifico e filosofico della crescita organica e dell’aggregazione modulare.
INFO
In alto e in home: Loris Cecchini, photo ZEPstudio