24 settembre 2018

Bologna Design Week/2.Cultura e industria in dialogo per la quarta BDW. Ce ne parla Elena Vai

 

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Dal 25 al 29 settembre, torna Bologna Design Week, in partnership e in occasione di Cersaie, per celebrare, anche nel centro storico bolognese, la settimana della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, per promuovere le culture del progetto e fare il punto sul ruolo del design come strumento e strategia di innovazione nella mutazione continua, culturale, sostenibile e partecipata della città. Creatività, formazione, accoglienza, benessere e mondo produttivo rinnovano il proprio incontro durante questa manifestazione internazionale arrivata alla quarta edizione, dedicata alla promozione della cultura del design in Emilia-Romagna, ideata e organizzata da YOUTOOL, agenzia di comunicazione che, dal 2011, facilita l’incontro tra designer e aziende e a cura di Elena Vai ed Enrico Maria Pastorello. La rassegna ha infatti l’obiettivo di coinvolgere sempre più showroom, aziende, studi di progettazione, gallerie d’arte, musei, università e designer in un sistema integrato di comunicazione che permetta l’attivazione di sinergie tra industria e cultura. Abbiamo raggiunto Elena Vai, direttore creativo del progetto BDW, per rivolgerle alcune domande. 
La Bologna Design Week è ormai arrivata alla quarta edizione. Come è nata l’idea di una rassegna dedicata al design? 
«In uno scatto memorabile di Michele Provinciali, la poltrona San Luca – disegnata da Pier Giacomo e Achille Castiglioni su invito di Dino Gavina nel 1959 – fu fotografata sotto il portico e la scalinata che, lunga più di 3,5 km, porta al santuario di San Luca a Bologna. Grazie a Gavina, la creatività e il design dei grandi maestri in questa città sono sempre stati di casa! Nel 2011, con la nostra agenzia Youtool, abbiamo creduto importante continuare promuovere l’incontro tra i designer e i produttori attraverso dei workshop prodotti online. Dopo un paio d’anni abbiamo ritenuto opportuno tradurre questo incontro virtuale in una piattaforma reale: ovviamente il format design week, inaugurato a Milano quasi 3 decenni fa, era il più convincente. Un aneddoto: la prima idea di Enrico Maria Pastorello, co-fondatore di Youtool, era quella di organizzare un evento diffuso sotto i 35 km di portici che connettono tutte le strade del centro storico, intitolato appunto “design sotto i portici”, un omaggio a Gavina e una grande operazione di social innovation. Per ovvie ragioni di “in-fattibilità”, abbiamo scelto di invadere palazzi storici, chiese sconsacrate, ex ospedali dismessi, atelier di sartoria vincolati dalla soprintendenza, teatri, musei, accademie, università, ex parcheggi, case private…sperimentazione altrettanto spericolata comunque!». 
Cosa è cambiato in questo arco di tempo e cosa è rimasto uguale? 
«”Design is the application of everything we know” affermò Donald Norman in una sua lezione magistrale tenuta a Bologna nel maggio 2015 agli studenti del Corso in Design del prodotto industriale. Dalla prima edizione di BDW 2015 è invariata la passione, la tenacia e la creatività con la quale mettiamo in pratica questo insegnamento nella realizzazione di questa settimana dedicata alle culture del progetto! In prospettiva, 4 anni sono tantissimi: è cambiata la consapevolezza, quella di non dare per scontato che la città sappia cogliere l’opportunità di questo evento che vuole essere una piattaforma integrata di comunicazione per l’attivazione di sinergie tra industria, cultura e creatività. La partecipazione e il co-design sono pratiche necessarie oggi, ma da parte di certi attori si resta ancora solo su un piano ideale, retorico». 
Gli eventi e le gallerie legati al design sembrano godere di un certo successo anche in Italia. Quindi la golden age del disegno industriale made in Italy non si è esaurita con gli artisti della generazione di Munari & Co?
 «La design week milanese e oltre oceano Design Miami, in occasione di Miami Art Basel, hanno di certo contribuito ad “elevare” in prodotto industriale ad opera da valorizzare all’interno di gallerie d’arte. Ancora oggi, soprattutto in Italia, il senso comune associa il termine “design” a una serie di valori immateriali quali la qualità, la ricercatezza, l’eleganza, la bellezza. Questi caratteri hanno storicamente eletto i prodotti progettati dai designer italiani a merci di culto, a icone del design. Il corto circuito sta proprio nel confondere oggi i valori degli oggetti prodotti industrialmente e globalmente – serialità, facilità di riproduzione, accessibilità, certamente meno cari degli artefatti pensati in serie limitata – con i valori dei prodotti artigianali, qualità, ricercatezza, eleganza, bellezza che in Italia hanno connotato anche la nostra produzione industriale, riconosciuta al mondo come una delle più eccellenti poiché guidata da quell’insieme di qualità e valori non riproducibili altrove che ci caratterizzano e ancora ci qualificano: il prezioso made in Italy. Artisti, designer, eclettici e creativi alla Munari sono presenti e attivi oggi in Italia a migliaia, forse più difficilmente riconoscibili poiché annegati nella dimensione virtuale del web. Eventi temporanei e gallerie reali sono per loro un’opportunità di selezione e valorizzazione. Bologna Design Week ha anche questa ambizione: intercettare rendere visibile l’eco-sistema creativo di questo territorio, quale capitale delle industrie culturali e creative». 
Circa 150 gli eventi diffusi in città durante questa settimana tra i quali l’attesissima notte bianca, format che è un po’ un must degli eventi bolognesi. Cosa bolle in pentola? 
«I bolognesi amano consumare cultura, oltre al cibo, all’arte, alla moda e alla bellezza! Dal 19 settembre fino al 30, in sinergia con la Regione Emilia-Romagna e con la collaborazione dell’Istituzione Bologna Musei, abbiamo invitato Mario Nanni, maestro della luce e fondatore della fabbrica Viabizzuno, a presentare il suo lavoro in una mostra site-specific intitolata ‘ascolta, sifaluce’ all’interno del Padiglione de l’Esprit Nouveau. Unicum architettonico e gate della manifestazione presso il quartiere fieristico, il modello abitativo è l’esatto duplicato del Padiglione temporaneo concepito da Le Corbusier nel 1925 a Parigi e costruito a Bologna nel 1977 su progetto di Giuliano Gresleri e Josè Oubrerie. Tutte le notti fino alle ore 22, si accenderanno le sue opere. 
A Palazzo Isolani, che ospiterà all’interno delle sale settecentesche una selezione delle migliori aziende italiane e internazionali di design – Arper, Artek, Grigolin, Lago, Mini, Molteni&C|Dada, Or.nami, USM, Vitra – si dialogherà ogni sera con architetti, designer, imprenditori e creativi, da Massimo Iosa Ghini a Franco Mello, da Daniele Lago a diverserighstudio e tantissimi altri. 
Nella chiesa sconsacrata di Santa Maria della Neve, showroom di Insidesign studio store, una sorprendente rassegna dal fil rouge “#(Q)TLFDP (Quasi)Tutte Le Forme Del Pelo”, articolata in 3 talks, 2 performances, 2 presentazioni, 1 mostra, 1 contest, 1 party. Il BDW Market invade il foyer del Teatro Comunale, e solo nella giornata di sabato 29 settembre una straordinaria mostra mercato di suppellettili e scenografie teatrali vintage, Opera Reborn, appartenenti alla storia ed eredità del Teatro, completerà un’esperienza di shopping anche negli archivi del passato. 
Assoluta novità è la proposta di Marsala District Bologna, un’immersione spaziale e creativa nell’area universitaria, da un’idea di Luis Remelli e Liliana Donati e organizzato da un team di thinkers, innovatori ed esperti in marketing disruptive, con il supporto di BDW e Youtool, spalancherà i portoni di vecchi palazzi, si affaccerà sulle terrazze, mostrerà i segreti di archivi fotografici, biblioteche, opere d’arte inestimabili, reclamando la piazza, la strada e il portico come manifesto di creatività e social innovation. Con Esprit du Vélo a cura di Simona Larghetti e Alessio Conti, Dynamo la Velostazione ospiterà un itinerario di talk, concerti, spettacoli circensi, esposizioni e incontri per un futuro sostenibile, per una città a misura di bicicletta, una città di incontri, di arte e di condivisione, di musica (la colonna sonora di BDW 2018 è stata realizzata da Irma Records) e di silenzi, che apre location inaspettate per inondarle di progetti e nuove idee, per trasformare la percezione di Bologna nei giorni di Cersaie, nostro main partner». 
Per il programma completo e per scaricare la mappa interattiva degli eventi, con il calendario day by day, si può cliccare qui. (Vincenzo D’Argenio
In home: Ascolta si fa luce, Mario Nanni. Ph Federica Conti

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