25 settembre 2018

Vienna è Contemporary. Aspettative alte per la fiera di Marx Halle. Che cerca il rilancio

 

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Indubitabile che Vienna conservi ancora il fascino della capitale di un Impero decaduto, in fondo il luogo comune è un abito impossibile da svestire. Ma la città dello Jugendstil e delle Mozartkugeln, della raffinata Ringstrasse animata da nuvolosi balconcini barocchi e dei locali underground con i muri zeppi di adesivi di tatuatori e gruppi techno, ci tiene a proporsi come una interprete dinamica del contemporaneo in chiave mitteleuropea. La facciata ondulata della DC Tower di Dominique Perrault, l’asimmetria della Biblioteca del Wiener Prater, firmata da Zaha Hadid, le trasparenze delle due torri di Massimiliano Fuksas, sono elementi che si inseriscono nel paesaggio urbano vivificandolo, dando l’impressione che qualcosa di nuovo possa accadere da un momento all’altro. E così c’è molta attesa per la quarta edizione di viennacontemporary che, dal 27 al 30 settembre, porterà 118 gallerie provenienti da 27 Paesi sotto lo storico tetto spiovente della Marx Halle, nell’Ottocento mercato del bestiame e, dai primi anni 2000, rinomato polo dedicato agli eventi. 
In città, una prima versione della fiera dedicata al contemporaneo risale al 2012, quando Christina Steinbrecher-Pfandt lanciò VIENNAFAIR The New Contemporary. Le cose non andarono proprio per il meglio ma la direttrice kazaka – che è anche collezionista – non gettò la spugna e così, facendo tesoro di quella esperienza, nacque viennacontemporary che, dopo i buoni numeri dell’anno scorso, punta a una maggiore caratterizzazione delle aree e mantiene alta l’attenzione per l’estero e per gli artisti emergenti. ZONE1 è la sezione curata da Victoria Dejaco che presenta una selezione di artisti under 40 e austriaci al 100%, nati e cresciuti in Austria, Explorations, a cura di Nadim Samman, è incentrata sul tema dell’incrocio tra Oriente e Occidente, mentre il Paese ospite di quest’anno è l’Armenia, che presenta il progetto “DREAMING ALIVE”, a cura di Sona Stepanyan. Nella main section troviamo molte gallerie viennesi e austriache e una buona selezione di internazionali che non è semplice vedere in altre occasioni, con presenze come la ERTI Gallery, dalla Georgia, la Galerija Vartai, dalla Lituania, Monopol, dalla Polonia, SANATORIUM, dalla Turchia. Quattro le gallerie italiane: Alessandro Casciaro di Bolzano, Doris Ghetta di Ortisei, Privateview di Torino, Michela Rizzo di Venezia. Un occhio anche per il video con la sezione tematica Living Image, a cura di Daniela Hahn e in collaborazione con il mumok-Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien. 
In alto: Ryts Monet, Palm Oil (Neon), 2016, Courtesy Galleria Michela Rizzo

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