04 ottobre 2018

Qui e ora, a chilometri di distanza. Federica Patti ci parla di Digitalive, cuore pulsante di Romaeuropa

 

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Basta un attimo per ritrovarsi dalla parte del mondo diametralmente opposta alla tastiera del tuo pc. È la quotidianità dell’hic et nunc, del qui e ora, nello spazio e nel tempo della rete globalizzata. Ma se tutto è interconnesso e intercambiabile nello stesso istante e in questo ristretto angolo di spazio, come è possibile raccontarlo o agirlo? Che poi vuol dire anche: come è possibile viverlo? I modi e i mondi sono tanti e alcuni li potremo attraversare in prima persona al Mattatoio di Testaccio e alla Sala Santa Rita, a Roma – ma con interventi in remoto anche da altri luoghi – per la nuova edizione di Digitalive, il focus di Romaeuropa Festival, naturale evoluzione sorta dalla piattaforma Digitalife, che mette in dialogo le discipline performative con la dimensione del web e del digitale. Dal 4 al 7 ottobre, ci aspetta un densissimo calendario di eventi, dalla sonorizzazione del foyer del Mattatoio, di Kamilia Kard, a Back Symphony, concerto sinfonico e meccanico dei Quiet Ensemble, duo composto da Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli, dalla protesi robotica che apprende in tempo reale, frutto dell’incontro tra il media artist Marco Donnarumma e la bioartist Margherita Pevere, alla dubstep mash-up tra Isaac Newton e Tarkowski, di Roly Porter con Marcel Weber aka MFO, fino a Materia Lumina, performance sonora di Polisonum che, il 5 e il 6 ottobre, farà risuonare negli spazi del Mattatoio un ensemble di musicisti campanari che agisce da remoto. Se invece preferite il silenzio e la meditazione, per voi c’è Karma Fails-Meditation is Visualization, di The Cool Couple, dal 5 al 7 ottobre al Mattatoio. 
Federica Patti, curatrice di Digitalive, ci dice di più. 
Da una costola di Digitalife nasce Digitalive. Puoi parlarci di questo nuovo progetto? Cosa c’è di nuovo? 
«Si tratta della nascita di uno spin off, una nuova sezione di ricerca. Se Digitalife negli anni si è imposto come progetto espositivo precursore nell’accogliere lavori installativi centrati sul dialogo e l’approfondimento della contaminazione fra arti visive, scienza, tecnologie, Digitalive è una rassegna che incarna l’unione fra le anime storiche di REF – le arti sceniche e quelle digitali – dedicata alla presentazione di lavori performativi, time based, fortemente implementati dalla multimedialità. Digitalive inoltre accoglie produzioni artistiche multimediali proveniente da ambienti e modalità di sperimentazione indipendente “fuori teatro” – all’interno di festival, club, spazi alternativi, centri di ricerca scientifica – per un’analisi delle interrelazioni fra corpi, software e macchine». 
Digitalive si apre con la nuova collaborazione con Spring Attitude Festival. Quali sono i punti di contatto tra le due esperienze? 
«Le due realtà sono legate dalla comune passione per i nuovi linguaggi, audio video in primis, e per la ricerca artistica sperimentale avanzata, passione che ha permesso per la prima volta di unire le forze, e lavorare insieme nella creazione di un evento unico, un momento condiviso, un nuovo inizio: un percorso attraverso performance multimediali firmate da prestigiose figure autoriali della scena internazionale e da giovani realtà emergenti, sfidando i confini delle proposte nazionali, della ricerca tecnologica performativa e audio-visuale». 
È possibile individuare una linea comune tra i tanti artisti invitati per questa edizione? Quale mondo ci raccontano le loro ricerche? 
«Insieme alla direzione artistica di REf abbiamo voluto caratterizzare in maniera forte l’identità di questa nuova sezione, scegliendo di presentare lavori performativi di artisti italiani riconosciuti all’estero ma ancora poco conosciuti e presentati in Italia. Inoltre, la selezione si è inevitabilmente orientata su criteri generazionali, perché quelli trattati sono temi, urgenze, modalità, tipici dei Nativi Digitali. Il corpo – umano e non – così come il suono, il dialogo fra tradizione e innovazione, la crossmedialità, l’identità, sono argomenti centrali in tutti i progetti presentati a Digitalive, e in tutta questa trentatreesima edizione di REf, dal titolo “Between Worlds”. Aggiungo anche l’ironia critica, un invito alla riflessione personale intorno alle tematiche della contemporaneità capace di andare al di là dei luoghi comuni e delle prese di posizione assolute». 
Molte performance si svolgeranno in uno spazio ibrido, tra il Mattatoio e l’Online. È venuto il momento di superare la retorica del contrasto tra i due “ambienti”? 
«Credo che il contrasto sia stato superato da tempo, a fare della compenetrazione e della reciproca valorizzazione. Pensiamo per esempio a come i social media stiano riattribuendo forte centralità alla retorica corporea, gesti e movimenti, abitudini quotidiane collettive, che vengono sempre più veicolate e presentate come vere e proprie esibizioni virtuali, da remoto; e alle inedite dinamiche di fruizione partecipata, un coinvolgimento del pubblico che questi strumenti sembrano potenziare. Al di là del contrasto, penso sia urgente la necessità di interrogarsi su come attraversare in maniera utile, positiva queste possibilità». 
Qui il calendario completo degli eventi.

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