07 ottobre 2018

Smaterializzarsi nel blu. Un ricordo fugace di Piero Guccione

 

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Ieri il pittore del mare e del cielo si è smaterializzato nel blu dipinto di blu. Piero Guccione, nato a Scicli nel 1935, è stato un autentico aedo della luce diafana e intensa della sua Sicilia. È stato l’assistente di Renato Guttuso e ha superato il Maestro nella tensione verso l’assoluto, seppure fedele alla figurazione nell’essenza del suo blu d’oltremare. Nella linea dell’orizzonte ha trovato una soglia tra visibile e invisibile, il pittore isolato nella sua ricerca poetica ai margini del sistema dell’arte, mai di moda, volutamente inattuale ma, di sicuro, non anacronistico. Paradossalmente scorre un filo sotteso tra la metafisica di Giorgio de Chirico, il Blu Mediterraneo di Matisse, i valori plastici di Carlo Carrà e le fotografie di Luigi Ghirri, in cui campiture di azzurro dalle profondità sconfinanti e paesaggi sospesi configurano visioni di un realismo magico in bilico tra sogno e realtà, in cui la luce è la protagonista. (Jacqueline Ceresoli)

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