09 ottobre 2018

Tra sacro e contemporaneo. A Napoli, la mater matuta di Mario Schifano e Gennaro Vallifuoco

 

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In occasione del ventennale della scomparsa di Mario Schifano, l’associazione MM18, in collaborazione con la Fondazione Domenico Tulino, presenta “7Q”, mostra a cura di Davide Caramagna. Nella prestigiosa Cappella del Pio Monte della Misericordia, ai piedi delle Sette opere di Caravaggio, tre opere di Mario Schifano dialogano con altrettante del poliedrico Gennaro Vallifuoco. Filo conduttore dell’esposizione è la Mater Matuta, dea del mattino o dell’aurora, protettrice della nascita degli uomini e delle cose. 
Su un fondo blu come la notte, la pallida luce della Cappella rivela un volto disteso, dal colore candido, con un sorriso appena accennato. La Mater Matuta di Vallifuoco ha i capelli lunghi e una ciocca scende maliziosamente sulle spalle. Le sue braccia sono nude e stringono un bambino in grembo e il suo vestito ha mille pieghe. La foglia oro, simbolo del giorno, rinnova con vigore il colore delle tele blu scuro segnando il passaggio dalle tenebre alla luce. Il tema sacro in Mario Schifano ha dell’eccezionale, con un gesto pittorico deciso, l’artista riempie la tela con il colore mentre il giallo oro fa luce e spazio. Il bianco di Schifano ha un suono impalpabile e il suo valore espressivo scava nelle origini della forma. 
L’osservatore, facendo scivolare lo sguardo da un’opera all’altra, è preso dal dubbio sul ruolo del soggetto. Vale a dire, c’è una scomposizione dell’immagine della Mater Matuta che sfocia nell’ astratto della terza opera pittorica. Del mito, del culto e del sacro, è il segno a rimanere. (Danilo Russo)

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