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Le impressioni positive che abbiamo avuto durante i giorni delle fiera, hanno trovato riscontro anche nei dati. Alla fine, sono stati di 23mila i visitatori, che hanno potuto osservare le proposte dei 150 espositori, tra moderno e contemporaneo, dei 14 spazi indipendenti e delle 18 realtà editoriali, mentre in città sono state ospitate 500 coppie di collezionisti italiani e stranieri. Una crescita qualitativa che, secondo i primi commenti, sembra essere stata accompagnata anche da un incremento in termini di mercato.
«È stata una fiera frizzante, che ha anche saputo esprimere valori consolidati, attraversata da una bella energia. Soprattutto ha dimostrato visibilmente la sua crescita e il suo impegno per un ulteriore sviluppo. Il tema di quest’anno, Utopia, soddisfa la declinazione che avevo voluto attribuirgli: vincere la nostra scommessa, in questo particolare momento del mercato dell’arte, forse sembrava utopico, e invece appare come un progetto realizzato, pur mantenendo quel margine di visionarietà necessario per spingere in avanti pensiero e processi», ha commentato Adriana Polveroni, al suo secondo anno di direzione.
E grande affluenza anche alle iniziative collaterali, dalla mostra “Chi Utopia mangia le mele”, con oltre 40 artisti nella suggestiva ex Dogana di Terra e che proseguirà fino al 2 dicembre, all’omaggio a Hidetoshi Nagasawa, fino al 6 gennaio, a Verona e al Mart di Trento e Rovereto, fino al Festival Veronetta, che ha animato il quartiere con La Terza Notte di Quiete, a cura di Christian Caliandro.
Da segnalare, oltre ai due nuovi premi, A disposizione, il fondo istituito da Veronafiere, e Widiba, anche il rinnovato sostegno del Gruppo Privato Acquisizioni.
Appuntamento alla 15ma edizione!