Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
È scomparso oggi, all’età di 77 anni, Gilberto Benetton, fondatore dell’omonimo gruppo e anima finanziaria della famiglia trevigiana. Benetton era malato già da tempo e alcuni giorni fa era stato ricoverato a Treviso per una polmonite ma le sue condizioni si sono aggravate. Il 10 luglio era morto il più giovane dei quattro fratelli, Carlo, all’età di 74 anni.
Con Luciano, Giuliana e Carlo aveva fondato il Gruppo Benetton, nel 1965. È stato vicepresidente di Edizione Srl, la finanziaria di famiglia, e di Autogrill, oltre a essere consigliere del Gruppo Benetton, di Atlantia, Mediobanca, Pirelli & C. e Allianz. Nel 2011 ha ricevuto la legione d’onore da Nicolas Sarkozy, nel 2012 era stato inserito nell’Italian Basket Hall of Fame per i successi con la Benetton Pallacanestro Treviso.
Carlo e Giuliana erano i tecnici, Luciano il creativo, mentre Gilberto, schivo e riservato, rappresentava lo spirito manageriale e, insieme a Gianni Mion, era riuscito a creare un impero da 10 miliardi, proseguendo su un piano di diversificazione iniziato già a fine anni ’80, con l’acquisto della Sme, da cui è nata Autogrill, e poi autostrade, aeroporti, immobili e partecipazioni finanziarie.
Insieme a tutta la sua famiglia era stato aspramente criticato in seguito a crollo del ponte Morandi di Genova. Il 6 settembre, in una lunga intervista al Corriere della Sera, aveva detto che «Il disastro di Genova deve essere per noi come azionisti un monito perenne, anche se terribile e per sempre angoscioso nei nostri cuori, a non abbassare mai la guardia e continuare a spingere il management a fare sempre di più e di meglio, nell’interesse di tutti».