24 ottobre 2018

Il Bello ideale di Paolini

 
A Milano la Fondazione Carriero presenta “del Bello ideale” di Giulio Paolini a cura di Francesco Stocchi, con interventi della scenografa Margherita Palli, mostra organizzata in stretta collaborazione con l’artista

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Esiste il culto della bellezza nell’arte contemporanea? In modo sconfinato e insondabile, certamente sì, ma non come contrario del brutto. «Tale contrapposizione categoriale – ha scritto Italo Mussa ne L’idea del bello – non trova riscontro nella realtà storica dell’arte. L’idea del bello, non solo platonica, ha accompagnato sempre la creatività dell’artista. È il riflesso di Narciso, lo sguardo segreto dell’immaginazione. Con essa, l’artista ha rapporti continui di interazione (amore-odio). Ma l’idea del bello, a partire dal simbolismo fino alla pittura colta e alla transavanguardia, non è una perfezione astratta, un “genere” come la “natura morta”: piuttosto è un’aspirazione metafisica verso il “tutto” (sacro-profano), che recupera nuovi “frammenti” iconografici al di là dell’ideale classico del Winckelmann, basato sul valore della copia. Così la ricerca del bello, per l’artista, è un continuo provare e soffrire, perdere la ragione nell’oscurità delle forme, attraversare gli inferi come Orfeo, approdare al lido dionisiaco e apollineo di Nietzsche. L’idea del bello, come Giano, è bifronte: Euridice ed Ermafrodite. Insieme formano l’impossibile assoluto, molla di ogni desiderio e piacere per accedere al regno indistinto della diversità». 
Oggi si inaugura a Milano, nelle sale della Fondazione Carriero, una mostra che sintetizza l’importante contributo su questo tema di Giulio Paolini (Genova, 1940) dal titolo (“nomen omen”, è il caso di dirlo) “del Bello ideale”.
Attraverso una nutrita selezione di lavori, scelti e allestiti dal curatore Francesco Stocchi insieme all’artista, l’iter espositivo ripercorre l’intero arco dei suoi 57 anni di carriera, esponendo capisaldi della sua produzione come Senza titolo (1961), Monogramma (1965), AB 3 (1966), Nécessaire (1968), Controfigura (critica del punto di vista) (1981), alcuni dei suoi celebri autoritratti, fino a tre nuove opere appositamente concepite per l’occasione. Un buon viatico per questa mostra? Una breve citazione da un libro di Giulio Paolini del 1998: «…Della bellezza non si fa esperienza, non si mette all’attivo… Nella bellezza non si cade: non è un episodio, è l’epilogo». (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Giulio Paolini, Ritratto dell’artista come modello, 1980, Matita su tela rovesciata e su parete, calco in gesso © Giulio Paolini 
In homepage: Giulio Paolini, Mimesi, 1975, Calchi in gesso © Giulio Paolini
Foto courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino 
INFO
Opening: ore 19.00 (su invito)
Giulio Paolini, del Bello ideale
apertura al pubblico: dal 26 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019
Fondazione Carriero 
via Cino del Duca 4, Milano
aperto tutti i giorni con ingresso libero dalle 11:00 alle 18:00 (chiuso lunedì)

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