08 novembre 2018

Silvia Giambrone. Il danno

 
Lo Studio Stefania Miscetti presenta oggi “Il danno”, la seconda mostra personale di Silvia Giambrone presso gli spazi della galleria romana

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Il progetto espositivo odierno di Silvia Giambrone (Agrigento, 1981) da Stefania Miscetti comprende una serie di opere inedite appositamente realizzate per l’occasione: il lightbox “Dollhouse” (2018), le sculture “Il danno” (2018), “Mirrors” (2018) e “Frames” (2018) e i collage “Icone” (2017-2018).
La ricerca dell’artista siciliana si colloca nell’alveo dell’indagine critica e della denuncia degli stereotipi della condizione femminile, dell’autocoscienza come autorappresentazione, della sottrazione del corpo della donna alla sua idealizzazione estetica, del transfert della dimensione privata in quella pubblica. I prodromi di questa riflessione decorrono dagli anni Settanta, quando la diffusione del femminismo produce una nuova consapevolezza critica (e autocritica) che spinge le donne a ripensare il proprio ruolo sociale, a rivendicare spazio e accesso nelle istituzioni, a denunciare la carenza di visibilità e le discriminazioni subite. La critica americana Lucy Lippard riconosceva come contributo del femminismo, all’interno della vicenda artistica degli anni Settanta, un’arte che fosse «esteticamente e socialmente efficace allo stesso tempo» caratterizzata «da un elemento di divulgazione e da un bisogno di connessione di là dal procedimento e del prodotto». Un doppio binario, pertanto, che dà l’avvio a un nuovo modo di pensare la vita e, nel contempo, l’arte. Arte, quella di Silvia Giambrone, concepita proprio come uno strumento per raccontare la realtà attraverso l’assunzione di uno sguardo sessuato che esplora le differenze di genere, per costruire relazioni, scambi e nuove strategie di rappresentazione del femminile nella dimensione sociale. A partire dal fiume carsico della memoria, e di quella familiare in primis.
Ma veniamo alla personale “Il danno”. Nell’immaginario dell’artista, il concetto di “danno” fa riferimento a una lesione provocata in maniera silenziosa, subdola e profonda, non necessariamente fisica o visibile, ma non per questo meno determinante per l’individuo che l’ha subita. Luogo di eccellenza per l’esercizio di questa forma di violenza, è l’ambiente domestico. Le opere esposte da oggi nella galleria romana, elevate allo statuto di oggetti emblematici, non solo ci costringono a prendere visione di tali meccanismi di sopruso e a diventare a nostra volta consapevoli del ruolo che assumiamo in quanto testimoni e complici, ma ci invitano anche a riflettere sulle diverse declinazioni della violenza e sulle possibilità che essa stessa prospetta. In questo senso, per quanto si offra apparentemente come confine invalicabile, lo spazio della violenza può divenire terreno fertile sul quale, in maniera dolorosa e feroce, si prepara e rende possibile una reazione catartica e liberatoria. (Cesare Biasini Selvaggi)
INFO
Opening: ore 18
Silvia Giambrone. Il danno
dal 9 novembre 2018 a gennaio 2019 
Studio Stefania Miscetti 
via delle Mantellate 14, Roma 
orari: da martedì a sabato, dalle 16.00 alle 20.00, o su appuntamento 
t/f 06 68805880 – www.studiostefaniamiscetti.com 

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