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A poco più di due mesi dalla scomparsa della compagna Inge Feltrinelli, è morto anche il progettista e intellettuale argentino Tomás Maldonado, nato nel 1922 a Buenos Aires dove studiò all’Accademia di belle arti.
In Italia arrivò negli anni Cinquanta e a Milano fu docente di disegno industriale ad architettura, cattedra istituita nel 1994 appositamente per lui, mentre in precedenza aveva già insegnato a Bologna (dal 1976 al 1984), e trascorse anche un periodo a Princeton, tra il 1955 e il ’67, presso la scuola di Ulm, conosciuta come “nuovo Bauhaus”, della quale fu direttore. Maldonado ha introdotto nella progettazione un carattere scientifico unitamente alla ricerca plastico-formalista e un’idea di corporate image nel design, valorizzando l’aspetto di comunicazione visiva, semiotica e di informazione teorica del prodotto. Del pittore, progettista, teorico e docente temuto dagli studenti. sono porte miliari i saggi Critica della ragione informatica, Il futuro della modernità,e Disegno industriale: un riesame.
Dal 1979 al 1983 diresse Casabella. Come pittore fu tra i fondatori del gruppo Arte Concreta. Con la scomparsa di Umberto Eco, Gillo Dorfles e Maldonado si chiude il sipario di un sapere critico poi travolto dal postmodernismo. Maldonado e la sua critica sociale lasciano un vuoto incolmabile nella cultura della progettazione contemporanea, ma il suo pensiero vive nei suoi sempre attuali saggi. (Jacqueline Ceresoli)