27 novembre 2018

Fino al 2.XII.2018 Isotta Bellomunno, Da consumarsi preferibilmente entro Casa Vuota, Roma

 

di

D’altronde cos’è la morte se non una semplice fase? 
Questo è per Isotta Bellomunno, napoletana di origini e con una storica tradizione di onoranze funebri alle spalle. Quest’ultima esorcizza la cara amica lavorando sulle proprie origini nel periodo in cui studia all’Accademia di Brera. Gioca e scherza con l’elemento funebre per antonomasia dandogli una connotazione quotidiana, più di quanto non lo sia già. Nell’installazione site-specific per Casa Vuota la bara diventa una “ball-box”, nelle foto si trasforma in una comunissima vasca, un bancone dove ammassare il pane e un divano dove guardare la televisione. Un elemento che racchiude in sé le fasi del quotidiano. 
“Il mio modo di vivere e di parlare della morte non è come quella negatività di chi resta, ma di accettarla come una fase normale della vita” Isotta Bellomunno.
null
Isotta Bellomunno, Da consumarsi preferibilmente entro, vista della mostra
Di riflesso la mostra tocca un’altra tematica fondamentale: la nascita, sotto la metafora del nutrimento riprendendo alcuni lavori esposti in una passata personale a Castel dell’Ovo. Un nutrimento che prende forma nelle mammelle di una mucca dal quale convenzionalmente ci nutriamo dopo esserci staccati dal seno materno. Un seno animale, naturale, che si formalizza in un’installazione immersiva ed esperienziale che ci fa viaggiare a ritroso, tornando al protetto ventre materno. I suoni sono gli stessi che percepisce il feto. I battiti dei due cuori. Plasmi interni e i rumori ovattati dall’esterno. Un legame che continua dopo la nascita con l’allattamento, quando il bambino cerca nel seno della madre quella protezione e quel calore che ha sentito mentre era nel suo grembo. Un rapporto talmente forte che nel momento del distacco, durante la crescita, inconsciamente ricerchiamo nell’altro che sia un partner, un amico o un mentore. Questo viene reso alla perfezione in “Feeling”, un’installazione riadattata per Casa Vuota, dove attraverso dei sensori dei phones si accendono e gonfiano le mammelle che, in un lasso di tempo talmente breve ma potentemente intenso (10’’), si toccano per poi affievolirsi e distaccarsi nuovamente. Quelle stesse mammelle le ritroviamo su una serie di disegni che raffigurano le classiche icone religiose intente a dispensare latte. Un nutrimento che da fisico diventa spirituale alimentando gli spiriti seguaci.    
“Abbiamo voluto presentare organicamente i lavori di Isotta Bellomunno perché in realtà non li aveva mai esposti a Roma – ci spiega Francesco Paolo Del Re, curatore insieme a Sabino de Nichilo – e abbiamo deciso di riproporre dei pezzi forti della sua passata produzione. Riteniamo che, come nella passata mostra di Massimo Ruiu, tali lavori portati qui a Casa Vuota possano costruire un discorso coerente in relazione allo spazio acquisendo valori e significati diversi.” “Diciamo che loro hanno scelto dei lavori di cui si erano innamorati decidendo poi le tematiche da affrontare. Io ero molto carica e ho richiesto di fare comunque un’opera site-specific – ci racconta Isotta Bellomunno- . Mi piace portare dei lavori che ripercorrono la mia storia, il mio progetto, però ho sempre bisogno di creare cose nuove. A tal proposito e venendo a conoscenza della storia di questa Casa abbiamo ragionato insieme sull’intervento. Quindi per me è stata una perfetta sincronia di elementi. Senza dimenticare la speciale collaborazione con Taffo Funeral Services.” 
Valentina Muzi
Mostra visitata il 27 ottobre 
 
Dal 27 ottobre al 2 dicembre 2018 
Isotta Bellomunno, Da consumarsi preferibilmente entro 
Casa Vuota
Via Maia 12, 00175 Roma
Orari: su appuntamento
Info: + 39 3928918793, vuotacasa@gmail.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui