08 dicembre 2018

L’omaggio di Atul Dodiya a Giorgio Morandi

 

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Nel film La Dolce Vita Marcello Mastroianni si intrattiene con Alain Cuny davanti ad una Natura morta con bicchieri e bottiglie di Giorgio Morandi. La conversazione, squisitamente intellettuale, apparentemente circoscritta alla freddezza e l’intangibilità della pittura di Morandi, celerebbe una riflessione più profonda sull’esistenza umana. 
Atul Dodiya dipinge le sequenze del dialogo nel ciclo Still from La Dolce Vita, attualmente esposto nella sua personale “The Fragrance of a Paper Rose” alla Gallerie Templon di Parigi (fino al 29 dicembre 2018). 
Per Dodiya questa scelta permette di presentare nella sua opera il conflitto perenne tra una pace apparente di superficie e inquietudini nascoste, tra la bellezza e la sua inevitabile fine.  Dopo 5 anni di silenzio sulla scena parigina il pioniere dell’arte contemporanea indiana costruisce un nuovo ponte con la creatività occidentale, questa volta italiana. Oltre alle sei tele rappresentanti il mitico dialogo tratto dal film di Fellini, sono qui esposte pitture, installazioni e un cabinet des curiosités. 
L’opera di Morandi affascina e stimola Dodiya non solo per la precisione del tratto e la bellezza dell’oggetto ma anche per la sua maniera di trasmetterci la consapevolezza che la serenità ha una scadenza, che prima o poi avrà una fine. Bellezza e paura sono messaggi sempre attuali nell’arte e Dodiya vuole riproporre questo binomio reso tangibile dall’artista bolognese in tutta la sua opera. Tutto ciò giustifica la scelta delle opere esposte da Templon, tutte con forti riferimenti a grandi maestri dell’arte italiana (Della Robbia, Piero della Francesca, Morandi).
L’intenzione è chiara, Dodiya vuole riproporre il loro punto di vista al pubblico di oggi, adattandolo alle nostre ansie e paure. L’artista indiano continua ad omaggiare il suo pittore italiano preferito anche attraverso il cabinet des curiosités. Le tre teche espongono tutta una serie di oggetti diversi da lui raccolti, fotografati e presentati come reliquie offerte a Morandi. In una delle teche del cabinet un bouquet di rose di carta, immagine fedele e ricorrente nelle nature morte del pittore bolognese, giustifica il titolo della mostra e completa, insieme ad oggetti dallo spirito ready-made e foto di santi rinascimentali e di affreschi pompeiani, la riflessione. Un messaggio positivo sulla bellezza e la gioia che l’arte ci ha trasmesso fino ad ora e che può continuare a trasmetterci. (Asia Ruffo di Calabria)

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