22 dicembre 2018

Un monumento alla moltitudine. Le sculture di Liu Jianhua negli spazi di Made in Cloister

 

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Le implicazioni della moltitudine nel salto di scala tra l’uno e i molti, fondamentale per qualsiasi dibattito sulla globalizzazione, sono espresse esplicitamente in Monumenti, opera site specific dell’artista Liu Jianhua negli spazi della Fondazione Made in Cloister, a Napoli. L’installazione è composta da ventiquattro sculture di cartapesta a grandezza naturale, che poggiano su altrettanti piedistalli interamente ricoperti di piastrelle in ceramica di Vietri con novantadue sfumature di colori realizzate a mano dagli artigiani dell’azienda ceramica Francesco De Maio e da duemila fiori di porcellana bianca di Capodimonte, realizzati dall’artista cinese nella bottega dell’ artigiano Pasquale De Palma e prodotti dagli studenti e dai maestri ceramisti dell’Istituto ad Indirizzo Raro della Ceramica e della Porcellana Caselli-De Sanctis. Le sculture in cartapesta riproducono i migranti incontrati dall’artista a Porta Capuana, nei pressi della Fondazione Made in Cloister, e sono state realizzate dall’artigiano Carlo Nappi, secondo la migliore tradizione partenopea e disposte nel chiostro di S. Caterina a Formiello. Alle spalle dei Monumenti, i ritratti fotografici dei migranti realizzati da Riccardo Piccirillo, mentre la proiezione di un video dà voce a storie e memorie di un esercito di volti. 
Il giorno prima dell’opening, i Monumenti hanno preso vita grazie a una performance dal vivo dove le sculture sono state sostituite dai migranti in carne e ossa. Il progetto, a cura di Demetrio Paparoni, incontra la mission della Fondazione Made in Cloister: usare il concetto di moltitudine per rovesciare le immagini negative e spesso tragiche del rifugiato o del lavoratore emigrante, insistendo sul potenziale creativo di liberazione che queste popolazioni possiedono. Da questa prospettiva, Liu Jianhua ha non soltanto rappresentato ma realmente costituito una moltitudine, mettendo insieme i suoi Monumenti in quella che spera essere un’esperienza di trasformazione sociale, attraverso la contaminazione delle culture e la rigenerazione dei luoghi. 
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 21 marzo 2019. (Danilo Russo)

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