11 gennaio 2019

Street art da museo? Mr Savethewall non ci sta e nel mirino finiscono il MUDEC e Banksy

 

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Non ci sta Mr. Savethewall a vedere rinchiusa la Street Art in un museo. Nel suo mirino finiscono il Mudec di Milano e, di riflesso, l’incolpevole Banksy. «La Street Art nasce in strada e in strada si esprime secondo la propria ragione d’essere. Oggi la Street Art è matura e, se non morta, sicuramente diversa dall’origine. Il luogo più autentico per la sua valorizzazione è la strada, il vero museo a cielo aperto. Street Art without Street is ‘just’ Art. Entrando nei musei cambiano le regole del gioco, le nuove regole sono quelle del sistema (dell’Arte, appunto)», sono le parole del Manifesto “Street Art is dead” di Mr.Savethewall realizzato in occasione della mostra non autorizzata dell’artista e writer inglese Banksy “A Visual Protest. The Art of Banksy”, in corso al MUDEC di Milano. 
Così l’artista comasco si inserisce con prepotenza non solo nel dibattito artistico milanese ma anche internazionale, grazie a interventi urbani atti a lanciare messaggi provocatori per stimolare il fruitore alla riflessione di quale destino avrà la Street Art. Come è solito fare, anche per questo intervento Mr.Savethewall è partito da un’iconografia di un’opera famosa della storia dell’arte e, attraverso la pratica del détournement – nata negli anni Sessanta grazie al rivoluzionario movimento, in campo artistico e politico, dell’Internazionale Situazionista – è intervenuto sull’immagine dandole un nuovo valore, un nuovo significato. 
Questa volta Mr.Savethewall agisce su un capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, Davide con la testa di Golia. Lo street artist italiano sostituisce la testa di Golia con quella di una scimmia, in riferimento alla maschera utilizzata convenzionalmente da Banksy per non rivelare la propria identità. Non solo, Mr.Savethewall inserisce frasi come “Street Art is dead from” e “Who Killed the Art of Banksy?” per sottolineare ulteriormente il messaggio provocatorio che vuole comunicare. In Italia è in atto una vera e propria musealizzazione della Street Art, lo confermano sia l’attuale mostra in corso al Mudec, che l’esposizione Street Art Sweet Art al PAC di Milano – che, come scrive la curatrice del progetto “Street Art is dead”, Chiara Canali, «Ha aperto una crisi nell’ambito di una corrente non ancora storicizzata, nata dal basso, senza una direzione unitaria, al punto che si è levato da più parti un lamento funebre della Street art». Si potrebbe parlare, continua la Canali, di una «una nuova era, quella di una Post-Street Art, intesa come fine del movimento e nascita di qualcosa d’altro, a cui appartengono tutti quegli artisti che da un lato hanno manifestato sui muri il proprio anelito alla libertà e alla critica sociale e dall’altra hanno accettato le regole della museificazione e della commercializzazione nelle gallerie. Primo tra questi Mr. Brainwash, seguito da numerosi altri esponenti del fenomeno, come Shepard Fairey (Obey), Space Invader e, non da ultimo, lo stesso Banksy». 
Quella di Mr. Savethewall è un’arte che non teme giudizi, ma che attraverso una serie di azioni non solo esorta alla riflessione, ma prevede anticipazioni di future epoche artistiche. (Silvia Bonomini)

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