23 gennaio 2019

Fino al 26.I.2019 Sarah Sze Gagosian Gallery Rome

 

di

Se, come sosteneva Hegel, l’operare artistico non può che apparire che come l’autocoscienza stessa del produttore-artista, ancor più interessante diventa per lo spettatore immergersi nel caleidoscopico mondo visivo di Sarah Sze. Questa artista americana nata nel 1969 a Boston e che nel 2013 ha rappresentato il suo paese alla 55 Biennale di Venezia, ha cominciato la sua carriera come pittrice ma, costantemente in cerca della terza dimensione, ha sviluppato il suo lavoro in maniera tridimensionale creando delle particolarissime sculture-architetture. Le sue opere sono vere e proprie strutture generative che uniscono fra loro costellazioni di immagini, apparentemente non conciliabili, attraverso intricati sistemi di elementi che contengono diversi medium espressivi: scultura, pittura, disegno, incisione e video-installazione. La luce è uno degli elementi primari in questo suo complesso lavoro di stratificazioni visive ed emozionali, una luce che modifica la percezione delle immagini e che trasforma i suoi lavori site-specific in contemporanee lanterne magiche. Entrare nella sala ovale della Galleria Gagosian di Roma è come varcare la porta di un universo parallelo, un mondo  sospeso fra realtà e sogno per un’esperienza visivamente immersiva in bilico fra cinema e scultura. 
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Sarah Sze, vista della mostra, courtesy Gagosian Rome
L’approccio è Barocco, circolare, quasi voluttuoso e in questo flusso di immagini costante e apparentemente caotico, l’occhio del visitatore è stimolato da punti di vista differenti come nell’incessante balenare delle immagini che compaiono e si sovrappongono nella nostra mente e nella nostra esperienza quotidiana della realtà fisica. Al contrario dell’idea vitruviana dell’Uomo al centro di tutto, nel lavoro di Sarah la presenza umana è sempre fuori squadra, come se fosse non in equilibrio, in qualche modo l’uomo quindi non è più misura di tutte le cose ma quasi cosa essa stessa in questo continuo fluire di brandelli di immagini di vita vissuta o solo semplicemente rubata dal quel grande data base che è internet. Nelle nostre vite di esseri umani di questo XXI secolo fatto di immagini, siamo ormai assuefatti o forse semplicemente anestetizzati dall’invasione quotidiana di immagini che, come in una centrifuga visiva, sottopone la nostra retina e la nostra mente all’altalena incessante di un perpetuo high and low, proprio come nelle installazioni di Sarah Sze, così affascinanti e contemporanee proprio perché prive di una narrazione coerente e in cui tutto è in perenne movimento e trasformazione.  
La luce, in questa sua affascinante opera site-specific, è stata anche materializzata dall’artista attraverso una serie di macchie di colore, tipo action painting, sul pavimento della galleria, un modo per creare un trait-d’union fra la grande scultura che occupa il centro della galleria e i dipinti che accolgono il visitatore all’entrata dello spazio espositivo. Sarah Sze dice di se stessa che ha la pittura nel cuore e questa pratica rappresenta, infatti, la parte più intima e meditativa del suo lavoro. Le sue recenti opere pittoriche sono molto materiche, quasi tridimensionali, il suo è un approccio alla pittura decisamente scultoreo, con una misurata sovrabbondanza di particolari oggettuali e di segni nonostante la parte del leone sia quella affidata alle spesse mani di pittura che inglobano, carta, stampe, oggetti e inchiostro in modo da adattare la particolare sensibilità e unicità del suo linguaggio scultoreo alla bidimensionalità della tela. Nel mese di Novembre, nei suggestivi spazi archeologici della Crypta Balbi di Roma, l’artista ha installato la sua prima scultura da esterno, un grande masso di pietra diviso a metà come un geode. 
Paola Ugolini
Mostra visitata il 12 ottobre 2018
Dal 13 ottobre al 26 gennaio 2019
Sarah Sze
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi 16, Roma
Orari: da martedì a sabato dalle 10:00 alle 19:00
Info: gagosian.com/exhibitions/2018/sarah-sze

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