04 febbraio 2019

TEATRO

 
La scelta 2019 di “Rete Critica: sottolineare come il teatro possa essere specchio e megafono della società
di Giulia Alonzo

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Dal 2011 una trentina di blog di teatro, compresa Exibart, si riuniscono per segnalare tra spettacoli, progetti di comunicazione e progetti organizzativi, le migliori realtà italiane del mondo teatrale. 
Dal 2016, grazie al sostegno del Teatro Stabile del Veneto, la fase finale si svolge a Padova con un minifestival in cui è possibile vedere i tre spettacoli finalisti e ascoltare i progetti i finalisti delle altre due categorie dedicate a organizzazione e comunicazione. L’appuntamento, diventato ormai un rito, è l’occasione per tirare le file della situazione teatrale italiana che sopravvive con punte di eccellenza anche internazionale nonostante i continui tagli. Basti pensare che il FUS – lo strumento con cui lo Stato sostiene lo spettacolo è solo 0,02% del PIL italiano (ed è stato drasticamente ridotto negli ultimi decenni) e la legge dello spettacolo approvata nell’autunno 2017, attesa da oltre 50 anni da tutto il settore, è stata lasciata cadere senza che il ministro Bonisoli predisponesse i decreti o ne chiedesse la proroga.
I vincitori sono stati MigrArti nella categoria “Miglior Organizzazione-Premio Sandra Angelini”, finalista insieme ai festival Direction Under 30 del Teatro di Gualtieri e Sassi Scritti – L’importanza di essere piccoli; e Il Manifesto della Comunicazione Non OstileParoleOstili, per “Miglior Progetto di comunicazione”, finalista insieme a Centrale Fies e Trasparenze Festival
MigrArti, nato nel 2016 da una idea di Paolo Masini, è un “bando che ha l’obiettivo di coinvolgere le comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia”. Dopo la recente cancellazione del sostegno da parte del ministero della cultura, Masini deciso di continuare, cercando finanziamenti privati. 
ParoleOstili è un progetto nato nel 2017 con un Manifesto che racchiude i “10 princìpi per contrastare i linguaggi negativi in Rete e per migliorare la qualità della comunicazione”, per sensibilizzare all’uso delle parole con incontri nelle scuole e progetti ad hoc. 
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Napucalisse
La giovane compagnia bolognese Kepler-452 fondata da Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Paola Aiello, diventata nota per il suo approccio al sociale, si è aggiudicata il Premio Rete Critica come miglior Compagnia/Spettacolo con Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso.
Il punto di partenza è Cechov, ma siamo nella Bologna di FICO, al tempo degli sfratti, precisamente quello dei coniugi Annalisa e Giuliano Bianchi, in scena con Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodo Guenzi. Moderni Ljuba e Gaiev di una tragedia contemporanea in cui il reale entra senza misure nel teatro, per ribadire il suo ruolo nella società.
Secondo posto a Mimmo Borrelli che ha portato a Padova Napucalisse, una dedica e una preghiera musicata alle diverse facce di Napoli. Solo e a piedi scalzi, con le musiche dal vivo di Antonio Della Ragione, porta in scena tre protagonisti della città partenopea: il Vesuvio, “Montagna fatta ‘e lava ‘e cient’ lengue che possiede la vita di tutti i napoletani”; Pulcinella, l’uomo di cultura che parteggia per la sua Napoli; l’assassino ‘Cartone, che vive chiudendo occhi e orecchie. Un’ora di tumulto selvaggio in cui le tre facce si incontrano, si scontrano e si risolvono, in un match senza scampo che svela tutta la potenza di un grande performer. 
Terzo posto per Sotterraneo che ha avuto il merito di aver presentato per la prima volta nell’edizione padovana del Premio Rete Critica una sorta di madley di alcuni spettacoli iconici del loro repertorio. Partendo dal tema dell’ultima produzione, Overload, con la scrittura di Daniele Villa, Sotterraneo ha proposto L’ecologia dell’attenzione, un assemblaggio di scene, estratti e testi salienti di un percorso artistico, iniziato nel 2005, dando vita a uno spettacolo autonomo e ben congegnato. 
Nella loro diversità ParoleOstili, MigrArti e Kepler-452 rispecchiano una scelta precisa di Rete Critica, una presa di posizione che sottolinea ancora una volta come il teatro possa essere specchio e megafono della società e dei suoi riflessi. 
Giulia Alonzo

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