12 febbraio 2019

Il museo di Villa Croce riparte dalla sua collezione, in attesa di tempi migliori

 

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Dopo diversi mesi di impasse, pare che Villa Croce, dimora donata dall’omonima famiglia al Comune di Geonva nel 1951 con il vincolo di farne un museo, sia finalmente pronta a ripartire. Da cosa? Dalla sua collezione.
Eravamo rimasti al ritorno di Francesca Serrati alla direzione, prima destituita dall’ex assessore alla cultura Elisa Serafini e poi reintegrata con l’avvento del nuovo assessore, Barbara Grosso. Grandi manovre che avevano coinvolto anche il fu-curatore Carlo Antonelli, dirottato al ruolo di consulente per Fondazione Palazzo Ducale. E prima ancora, c’era stata la sospensione delle attività già programmate dallo stesso Antonelli e da Anna Daneriche ci aveva raccontato tutto in una intervista –, tra le quali le esposizioni dedicate a Giulio Paolini, Vanessa Beecroft e Dora Garcia. Invece, la mostra di Claire Fontaine, che era praticamente già pronta, si farà lo stesso e aprirà l’8 marzo ma alla Loggia degli Abati a Palazzo Ducale. 
Insomma, la situazione sembrava dover volgere al peggio ma questa volta pare che ci sia la volontà di riprendere il discorso. Un punto di svolta si era avuto l’11 gennaio, quando la Open srl, start-up che, a settembre 2016, aveva vinto il bando promosso da Fondazione Garrone e che doveva occuparsi dei servizi museali, ha rimesso il suo incarico. La decisione è giunta al termine di un lungo periodo di contrasti con la governance del museo, composta da Comitato di Indirizzo, presieduto dall’Assessore alla Cultura e formato da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e dagli sponsor istituzionali, dal Comitato Operativo, con funzioni di monitoraggio della gestione del budget, e dall’associazione Amixi di Villa Croce. 
La biglietteria sarà quindi affidata a una società cooperativa e, tra poche settimane, le sale di Villa Croce potranno riaprire, per ospitare una selezione di 300 opere della collezione permanente. Un passo che dovrà essere solo il primo di un lungo percorso, perché la collezione di Villa Croce, pur potendo contare su nomi di rilievo, come Lucio Fontana e Piero Manzoni, non può rappresentare il punto di forza del museo che, fin dalla direzione di Ilaria Bonacossa, si è fatto conoscere per la qualità delle mostre temporanee. Ma la strada è in salita, con il budget ridotto al minimo e gli sponsor tutti da trovare. D’altra parte, le porte è meglio trovarle almeno aperte, poi si vedrà, si programmerà. Per il momento, pare sia ripristinata la collaborazione con l’Accademia Linguistica e con il laboratorio di Restauro di Venaria Reale. 
In alto: Stefano Arienti, Finestre Meridiane, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova, 2017. Foto: Anna Positano

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