19 febbraio 2019

“Surrogati: Un Amore Ideale” da Fondazione Prada

 

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Negli spazi dell’Osservatorio Fondazione Prada a Milano, ai piani più alti del complesso della Galleria Vittorio Emanuele II, la mostra “Surrogati. Un amore ideale” a cura di Melissa Harris, con 42 opere fotografiche di Jamie Diamond (1983, Brooklyn) ed Elena Dorfman (1965, Boston) «esplora – ha spiegato la Fondazione alla stampa – i concetti di amore familiare, romantico ed erotico. Entrambe le artiste scelgono un aspetto specifico e insolito di questo tema universale: il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano».
Nelle serie “Forever Mothers” (2012-2018) e “Nine Months of Reborning” (2014) Jamie Diamond – continua la Fondazione –  «ritrae la vita di una comunità outsider di artiste autodidatte chiamate “Reborners”, che realizzano e collezionano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità». Nel progetto “I promise to Be a Good Mother” (2007-2012), invece, Diamond stessa «impersona la madre perfetta, indossando gli abiti di sua madre e interagendo con Annabelle, una bambola reborn», portando la riflessione sulle convenzioni sociali e sugli stereotipi che condizionano il rapporto tra madre e figli.
“Still Lovers” (2001-2004), sempre in mostra, è «la serie di fotografie che ha dato visibilità internazionale a Elena Dorfman, e è incentrata sulle persone che condividono la propria quotidianità domestica con realistiche bambole erotiche a grandezza naturale».
Abbiamo posto alcune domande a Melissa Harris, curatrice della mostra e editor-at-large di “Aperture Foundation”, dove ha lavorato per oltre venticinque anni, ricoprendo anche la carica di caporedattrice della rivista “Aperture” dal 2002 al 2012. 
Qual é il concept della mostra e come é nata? 
«La storia dell’arte è ricca sia di rappresentazioni di bambole sia di legami familiari in cui il concetto di famiglia viene definito in innumerevoli modi. Quando per la prima volta ho visto il lavoro di Elena Dorfman e poi quello di Jamie Diamond ho capito che affrontavano temi molto familiari, pur facendolo attraverso relazioni estremanente non-familiari e provocatorie. I legami che i loro lavori prendono in considerazione sono proiettati tra gli esseri umani, ma coinvolgono soggetti idealizzati, inanimati, in generale surrogati di silicone per umani. Il concept della mostra, quindi, si è sviluppato dal mio interesse per il loro lavoro e da come ho immaginato i loro rispettivi progetti rimandare l’uno all’altro, portandoci a interrogativi sui temi di intimità, amore, romanticismo, cura e sulla natura della vita stessa».
Può riassumere il cardine della ricerca Diamond e Dorfman? Qual è il punto di maggior contatto tra le due ricerche?
«Come ho scritto nel “Quaderno” – pubblicazione della Fondazione Prada realizzata in occasione della mostra – nei progetti di entrambi i fotografi, questi surrogati realistici occupano le immagini come esseri desiderati, feticizzati e idealizzati, che “vivono” con le loro madri o genitori in carne ed ossa e talvolta anche con i loro parenti più stretti. Diamond ci mostra madri affettuose in convenzionali scenari domestici che, occasionalmente, includono anche “fratelli e sorelle” umani. In modo simile, gli “still lovers” (titolo della serie fotografica, ndr) del progetto di Dorfman sono, talvolta, parte di un nucleo familiare che include sia marito e moglie “organici”, sia i figli. 
Nel mostrare queste scene tradizionali di vita domestica, amore e/o erotismo, le rappresentazioni di Dorfman e Diamond raggiungono una sorprendente intensità. Ad un certo punto ci chiediamo, nell’eventualità, cosa proviamo o cosa “dovremmo” provare per le bambole. E qui sorge semplicemente l’incertezza: cosa stiamo guardano, esattamente? Lei, lui sono vivi?».
Come ha conosciuto le ricerche delle due artiste?
«Ho scoperto il lavoro di Dorfman, quando ero caporedattrice della rivista “Aperture” e mi ha subito affascinato. Più recentemente, invece, ero nella giuria di un premio in cui Diamond era tra i finalisti: l’inquietante senso di incredulità che avevo provato quando ho visto per la prima volta i lavori di Elena, mi ha sopraffatta nuovamente quando mi sono trovata di fronte a quelli di Jamie. La mia mente ha subito pensato a come questi due lavori potessero rafforzarsi a vicenda. Con grande fortuna ho potuto esplorare questa intuizione nella mostra “Surrogati: Un Amore Ideale”». (Silvia Conta)
 
Jamie Diamond and Elena Dorfman
“Surrogati: Un Amore Ideale” 
A cura di Melissa Harris
Dal 21 febbraio al 22 luglio 2019 
Osservatorio Fondazione Prada 
Galleria Vittorio Emanuele II, Milano
Orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 20, sabato e domenica dalle 11 alle 20 (martedì chiuso)
www.fondazioneprada.org, info@fondazioneprada.org
 

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