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Dal II Secolo d.C. al 2019, dall’immagine di antiche divinità della mitologia egiziana ai linguaggi multimediali del contemporaneo. Quella dell’antico mosaico di Anubi, ritrovato nel 1948 sotto al pavimento di un ristorante e conservato al Museo della Città di Rimini, è una storia di spostamenti di senso. Gli studiosi si sono interrogati per molto tempo sull’identità della figura centrale, identificata come una sopravvivenza del dio Anubi spogliato dagli attributi iconografici e anche, eccezionalmente, come un babbuino. E un’ulteriore interpretazione la forniranno Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi, le cui opere, in occasione della mostra alla Gluck di Milano, dialogheranno con il mosaico originale, eccezionalmente traslato negli spazi della galleria milanese. I loro materiali sono la base di un nuovo progetto collaborativo dal titolo “Anubis vs Baboon”, che aprirà mercoledì 27 febbraio, alle 19.30, con performance.
Cavaliere, nato a Piombino nel 1980, combina suoni, materiali e spazio, mostrando un gusto molto particolare per le più diverse forme di esotismo. Le sue opere animano gli stati interiori degli ascoltatori, conducendoli in un viaggio immaginifico popolato da presenze effimere ed epifanie, generate da minerali e voci. Leonardo Pivi è nato a Cesena nel 1965 e attualmente vive e lavora tra Riccione e Milano. Interessato alle possibilità dell’installazione scultorea di piccolissime dimensioni, già in altre occasioni ha lavorato con il materiale della mitologia, oltre ad aver avuto modo di approfondire la tecnica del mosaico.
In questo ambito, i due artisti hanno unito le loro ricerche per produrre una rilettura multimediale della meravigliosa archeologia, a partire dalle sue lacune e dalle sue storie frammentarie.